Strage di bambine e ragazze in Guatemala: bruciate vive e abusate (FOTO)

strage di bambine e ragazze
Veglia per le vittime dell’incendio in Guatemala (JOHAN ORDONEZ/AFP/Getty Images)

Un dramma quello delle bambine e ragazze bruciate vive in Guatemala lo scorso 8 marzo che ha dei retroscena agghiaccianti.

Purtroppo non è una situazione nuova in un Paese poverissimo, dove corruzione e criminalità sono all’ordine del giorno. Il Guatemala è infatti uno dei Paesi più violenti del mondo e con un elevato numero di bambini e minori abbandonati, che vivono per strada. Ad una situazione così drammatica si aggiunge anche la scarsa attenzione e gli scarsi investimenti nelle politiche sociali. Un Paese dove i ricchi pagano tasse molto tasse, mentre ai più poveri sono lasciate emarginazione sociale e miseria.

Bambine e ragazze bruciate vive in Guatemala: i fatti

 

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Funerali delle ragazze morte nell’incendio in Guatemala (JOHAN ORDONEZ/AFP/Getty Images)

Lo scorso 8 marzo un violento incendio ha portato alla morte dei decine di bambine e ragazze ospitate in una casa rifugio a San José Pinula, città a 25 chilometri a sud-ovest della capitale Città del Guatemala. L’incendio ha colpito la casa rifugio Virgen de la Asunción, un istituto statale per l’accoglienza di bambini e adolescenti abbandonati, maltrattati, disabili, tossicodipendenti o responsabili di piccoli reati.

La vittime del terribile incendio sono 40:

  • 19 ragazze sono morte sul posto,
  • le altre 21 in ospedale nei giorni seguenti per ustioni gravissime.

L’incendio era scoppiato a seguito di una protesta di alcune ragazze:  una cinquantina erano infatti scappate dalla struttura il giorno prima, il 7 marzo, durante una rivolta contro il trattamento ricevuto nella casa rifugio. La struttura era sovraffollata, con circa 750 ospiti, 250 in più di quelli che avrebbe potuto ospitare.

Ma, stando alle notizie che vengono dalla stampa, oltre che per le cattive condizioni di vita, la protesta delle giovani sarebbe scoppiata soprattutto per i ripetuti episodi di violenza sessuale.

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Proteste per la strage di bambine e ragazze in Guatemala (JOHAN ORDONEZ/AFP/Getty Images)

Le violenze

La casa rifugio sembrava essere un vero e proprio lager, dove bambine e ragazze sarebbero state violentate dai responsabili delle struttura e abusate dai ragazzi di una gang anch’essi ospiti della casa rifugio.

Bambini bisognosi di aiuto messi insieme a baby criminali. Una promiscuità pericolosa che tra indigenza e sovraffollamento avrebbe scatenato violenze terribili sui minori più fragili.

Stando al racconto dei genitori dei ragazzi ospitati a Virgen de la Asunción e dei ragazzi sopravvissuti all’incendio, gli abusi sarebbero stati regolari e frequenti.Le testimonianze parlano di violenze, torture e prostituzione forzata, anche a danno di disabili.

Anche un bambino autistico di 12 anni sarebbe stato vittima di violenza sessuale, come ha denunciato la madre al quotidiano britannico Guardian.

Una casa degli orrori che invece di proteggere i più piccoli e indifesi li ha esposti ad abusi inenarrabili.

La tragedia

Per questi motivi è scoppiata la rivolta nella casa rifugio. Una squadra d’assalto della polizia è stata quindi  inviata a sedare la rivolta e a cercare le fuggitive. Dopo aver ritrovato e catturato le ragazze, la polizia le ha riportate alla Virgen de la Asunción, qui ragazze, molte poco più che bambine, erano state chiuse a chiave in uno dei locali dell’istituto.

Per protestare contro il trattamento ricevuto e per spingere la polizia a liberarle, le ragazze avrebbero dato fuoco ad alcuni materassi. Ma nonostante il fumo e le urla nessuno le ha liberate. Così è scoppiato l’incendio che le ha uccise quasi tutte.

All’indomani della tragedia, il 9 marzo, durante una conferenza stampa polizia e vigili del fuoco si sono accusati a vicenda per il ritardo di 40 minuti nei soccorsi.

Il presidente del Guatemala Jimmy Morales ha proclamato tre giorni di lutto nazionale e l’11 marzo il ministro del Welfare Carlos Rodas si è dimesso.

Una strage che non è stata dovuta ad un incidente, come si era pensato in primo momento, ma che ha dei responsabili ben precisi. In questi giorni in Guatemala la vicenda ha provocato proteste di piazza e sollevazioni popolari. I cittadini chiedono giustizia per le vittime e mettono sotto accusa lo Stato.

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Veglia per le bambine e ragazze morte in Guatemala (MARVIN RECINOS/AFP/Getty Images)

Le responsabilità

Già nel 2016, la ministra della Giustizia Thelma Aldana aveva messo sotto accusa la casa rifugio Virgen de la Asunción per il sovraffollamento, le pessime condizioni di vita al suo interno e gli abusi sui minori, minacciando di chiuderla. Il governo aveva deciso di ridurre il numero degli ospiti e soprattutto spostare i ragazzi autori di reati in un altro istituto. Nessun provvedimento, però, è stato preso. Per questo motivo i parenti delle vittime e i cittadini puntano il dito contro il governo.

Il presidente Jimmy Morales ha ammesso che le ragazze morte nell’incendio erano chiuse a chiave.

La casa rifugio Virgen de la Asunción, è una struttura del ministero del Welfare, che dipende direttamente dalla presidenza della Repubblica.

Durante i funerali delle giovanissime vittime, le famiglie hanno protestato, insieme a tanti cittadini, femministe e studenti. I manifestanti hanno tenuto in mano cartelli con i nomi e le età delle bambine e ragazze bruciate vive. Sono stati anche esposti striscioni con pesanti accuse al governo che denunciavano il femminicidio di stato e chiedevano le dimissioni di Morales.

Nel frattempo, in Guatemala sono scattati gli arresti per i presunti responsabili del rogo dove sono morte le 40 ragazzine. In manette sono finiti l’ex segretario al Welfare Carlos Rodas Mejia, la sua sottosegretaria Anahì Keller e il direttore del centro Santos Torres. L’accusa nei loro confronti è di omicidio colposo, negligenza dei doveri istituzionali e maltrattamento di minori. I tre si erano dimessi dai loro incarichi poco prima dell’arresto.

Anche il Vaticano è intervenuto sulla vicenda, con il messaggio di cordoglio di Papa Francesco per la strage di bambine e ragazze in Guatemala. I Vescovi hanno definito l’episodio “abominevole” e hanno chiesto di accertare le responsabilità.

Una vicenda, quella del Guatemala che richiama con urgenza la necessità di maggiori controlli sulle strutture di accoglienza per minori abbandonati o orfani. Troppi abusi, purtroppo, accadono nel mondo. Anche in quello che si ritiene civilizzato. Seppur non di tale gravità, episodi poco chiari di minori sottratti alle loro famiglie e mandati in centri di accoglienza o case famiglie si sono verificati anche in Italia. Come ha denunciato un’inchiesta che vi abbiamo segnalato tempo fa.

Che dire care unimamme? Sono vicende incommentabili. Possiamo solo chiederci come fare per fermare questi errori.

A proposito di orfanotrofi e strutture di accoglienza per minori, vi segnaliamo anche la denuncia di un volontario italiano, Andrea Caschetto.

Video: funerale delle vittime dell’incendio in Guatemala

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