“Più si ripete, più diventa crudele”: atti di bullismo estremi da mostrare ai figli | VIDEO

Il triste fenomeno del “bullismo” è sempre più diffuso: ogni giorno è possibile leggere notizie di ragazzi, anche piccolini, che si divertono a prendere in giro, umiliare, o peggio, aggredire loro coetanei. Si parla infatti sempre più di atti di bullismo estremi, e non solo in Italia.

bullismo estremo
Fonte: youtube

Gli esperti concordano nel sottolineare l’importanza di un’educazione che inizi il più presto possibile al rispetto e all’empatia. Purtroppo in Italia, salvo rari casi, manca quasi del tutto.

Contrastare il bullismo con il linguaggio dei giovani

Per contrastare il fenomeno nelle scuole un’organizzazione internazionele, l’European Antibullying Nework, nata nel 2015, ha dapprima cercato un linguaggio che fosse conosciuto e apprezzato dai giovani: le GIF.

Le GIF sono immagini animate che spesso si vedono sui social e che mostrano azioni in loop.

Il Network ha poi realizzato 3 GIF, immagini animate, che rappresentano scene di bullismo: il progetto si chiama “Escalating GIF“, a sottolineare come spesso ad una azione violenta ne segue una ancora più violenta, dalle offese verbali il passaggio alla violenza fisica è veloce.

Nel video che segue potete vederne un esempio:

Partendo dal fatto che i ragazzi amano condividere tali immagini in rete, spesso proprio gli atti di bullismo compiuti, questa iniziativa vuole fare il contrario: mostrare gli effetti sulla vittima, i sentimenti provati, con lo scopo di far sentire in colpa chi commette o accetta senza intervenire che si compiano certe azioni.

The more it repeats the crueler it gets. Stop bullying!”:Più si ripete più diventa crudele. Stop al bullismo! è la frase che appare alla fine di ogni clip.

I protagonisti delle GIF del video non sono attori, bensì studenti di un liceo tedesco che in passato sono stati vittime di atti di bullismo simili a quelli per i quali hanno recitato.

Queste GIF sono state poi caricate sui vari siti utilizzati dai ragazzi per prenderle o produrle. Speriamo che vengano viste da più persone possibili.

E voi unimamme, che ne pensate di questo progetto? Lo mostrerete ai vostri figli?

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