Lo svezzamento: un passaggio emozionante e delicato per tutti

svezzamento

Lo svezzamento è un momento delicato nella storia tra la mamma e il bambino. Una prima cesura tra i due che va gestita senza ansia. Uno dei tanti passaggi della maternità che grazie a poche e semplici regole si trasforma in breve tempo in un’occasione di condivisione e crescita per il bambino e per la mamma.

Conosciamone insieme le regole principali secondo il Ministero della Salute.

Quando e come svezzare?
Con il termine svezzamento s’intende l’aggiunta di cibi solidi e semisolidi (biscotti, frutta, pappe, minestrine) all’alimentazione con solo latte. Lo svezzamento può iniziare dal 6° mese di vita compiuto del bambino, quando è ormai sicuramente pronto da ogni punto di vista: psichico, motorio, digestivo. Potrà allora accettare il cucchiaino e gestire la deglutizione di cibi densi. Oggigiorno si ritiene, comunque che continuare ad allattare al seno il proprio bambino, anche dopo l’avvio dell’introduzione dei cibi solidi e semisolidi, sia positivo. L’allattamento è il modo per dare al bambino, allo stesso tempo, nutrimento e sicurezza,insomma un riferimento affettivo rilevante per l’acquisizione dell’autonomia. Se la madre lo desidera, l’allattamento al seno potrà quindi continuare nel secondo semestre di vita e nel secondo anno e anche oltre.

Cosa introdurre?
Il latte materno può non bastare più anche prima di arrivare al 6° mese di vita e può quindi verificarsi la necessità d’integrare l’alimentazione a base di latte materno con qualcosa d’altro.In questo caso si potrà usare del latte artificiale quando il bambino non ha ancora 4 mesi compiuti, mentre invece si potrà far ricorso ai cibi solidi e semisolidi quando il bambino ha già compiuto i 6 mesi. Fra i 4 e i 6 mesi si potrà decidere caso per caso, ricordandosi per che il ricorso a cibi solidi dati con il cucchiaino piuttosto che al latte artificiale dato col biberon, interferisce meno con l’allattamento al seno. In altre parole, in alcuni casi lo svezzamento può essere anticipato fra il 4° e il 6° mese di vita.

Perchè si inizia a svezzare?
La motivazione di carattere nutrizionale più importante per svezzare un bambino è quella di fornirgli una fonte alimentare aggiuntiva di ferro rispetto al latte materno, il cui contenuto non basta più dopo i 6 mesi. Durante lo svezzamento inoltre, non c’è bisogno di posticipare l’introduzione del pane e della pastina (contenenti glutine), perché è opportuno sapere fin dall’inizio se il bambino ha una forma d’intolleranza al glutine (celiachia). Anche l’ordine con cui gli alimenti semisolidi e solidi vengono introdotti nella fase dello svezzamento non riveste più l’importanza che un tempo veniva attribuita e pu variare in base alla preferenza del bambino e alla cultura gastronomica della famiglia e del pediatra che fornisce i consigli.

Alcuni consigli per la prima alimentazione
Si  raccomanda  di non esagerare nella fase dello svezzamento, con l’offerta di cibi salati e ad alto contenuto proteico. Gli errori più comuni nella prima alimentazione sono dovuti infatti all’eccesso di formaggio, formaggini e carne, che appesantiscono il metabolismo del bambino e possono anche orientare le sue preferenze future !!! le pappine Non bisogna esagerare con l’offerta di cibi salati e ad alto contenuto proteico. Nel caso di allattamento artificiale un errore frequente è quello di cadere nella tentazione di aggiungere nel biberon biscotti, creme e altro al latte dei primi mesi.Bisogna invece aspettare quantomeno il 4° mese e possibil- mente il 6°, procedendo con uno svezzamento secondo linee guida generali analoghe a quelle valide se il bambino è allattato al seno.

E ora buon appetito a tutti! 🙂

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