Padri separati: il dramma che vivono e che in pochi conoscono

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Purtroppo, nonostante si cerchi in ogni modo di resistere, capita che una coppia scoppi e in questo caso è un dramma per tutti, per i figli ma anche per i genitori. 

Spesso però non si conoscono le storie vere di padri separati che finiscono letteralmente sul lastrico per pagare il mantenimento di moglie e figli.

Molto spesso infatti quella che era la casa coniugale rimane alla madre, mentre gli uomini non soltanto devono trovarsi una nuova sistemazione – e quindi pagare un affitto – ma appunto versare mensilmente gli alimenti.  I più fortunati magari tornano a vivere assieme ai genitori, mentre altri non avendo appoggi possono anche finire a dormire in macchina e a fare la fila alla Caritas per mangiare.

Lo dice il rapporto Caritas 2014: i padri separati sono circa 4 milioni, e 800mila si trovano sulla soglia di povertà. Li si possono vedere in giacca e cravatta in fila per rimediare un pasto nei centri di aiuto o che fanno la doccia in ufficio.

Padri separati: un esercito di persone senza più dignità 

Dal 2013 a oggi sono aumentate le richieste di alloggi e servizi residenziali”, ha spiegato Laura De Lauso, responsabile dell’Ufficio Studi Caritas a Huffington Post. “Per un papà separato la casa è una necessità, non solo dal punto di vista fisico ma anche psicologico. È uno spazio per ritrovare se stessi, per riprendere in mano la propria vita oltre che un luogo sano dove poter incontrare i figli“.

Lo mostrava bene anche Carlo Verdone nel film “Posti in piedi in Paradiso” dove il personaggio di Fulvio, interpretato da Pierfrancesco Favino, chiede alloggio nella casa di Ulisse/Verdone perché non riesce più a sostenere le spese dopo la separazione.

Gianmarco Pagani, padre separato e presidente dell’Associazione “La Rinascita” di Como che aiuta proprio gli uomini in difficoltà spiega che un uomo non più marito, ma ovviamente ancora genitore si sente come una canna sbattuta dal vento perché pur volendo lottare per il suo diritto di vedere i figli e di continuare ad avere un buon rapporto con loro, non chiede aiuto, non fa rumore, e finisce davvero per ridursi a brandelli. Pagani racconta che anche lui come molti padri puliva la macchina dove aveva dormito per non lasciare tracce. In questo modo si innesca un circolo vizioso in cui se un uomo non riesce a pagare gli alimenti si sente inadeguato e non pensa di meritare l’affetto dei figli.

Con la separazione inoltre il rapporto con i propri bambini cambia e secondo Caritas infatti:

  • il 58,1% dei padri intervistati denuncia un peggioramento nella qualità dei rapporti con i figli (le madri invece riconoscono un miglioramento)

I papà lamentano infatti:

  • la poca frequenza delle visite,
  • i luoghi degli incontri
  • l’impossibilità di partecipare a momenti importanti della vita del bambino come il compleanno o le varie attività anche scolastiche

In questo modo i papà quando stanno insieme ai loro figli finiscono per viziarli e a diventare dei compagni di gioco più che delle figure educatrici. Secondo le associazioni i papà separati sono spesso trattati dalla Legge come genitori di serie b, senza o quasi diritti: anche qui c’è ancora il vecchio pregiudizio che i bambini siano quasi esclusivamente delle madri.

E voi unimamme cosa ne pensate?

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