AIDS: tanta la confusione e troppi i rischi che si corrono!

Aids

 

 

 

Cosa sappiamo veramente sull’Aids? Ma soprattutto, viene fatta una campagna di informazione efficace sugli adolescenti, su coloro che si avviano ad avere una vita sessuale?
Chi invece ha già una vita sessuale è informato dei rischi che corre?

Come si legge su Adnkronos, a quanto pare, c’è enorme confusione circa cosa sia l’Aids e come si possa trasmettere da una persona all’altra.

La parola Aids è un acronomo che sta per ” Sindrome da Immunodeficienza Acquisita” sostanzialmente indica una malattia causata dal virus chiamato Hiv che causa un progressivo indebolimento del sistema immunitario esponendo il corpo a infezioni e malattie.

L’indagine come primo passo ha cercato di osservare come avviene l’ informazione sulla malattia e la sua trasmissibilità nelle regioni d’Italia e a stando a quanto è emerso, i dati, innanzitutto, variano da regione a regione, ad esempio:

  • nel nord del Paese a diffondere informazioni ci pensano soprattutto scuola e medico di base,
  • mentre al sud se ne occupano sempre la scuola e  in secondo luogo la televisione.

Il campione di intervistati, 952 persone, ha risposto  a domande sulla malattia e sul suo periodo di incubazione.

Purtroppo dai risultati della ricerca è emersa grande confusione tra:

  • chi crede che sia una malattia a trasmissione ereditaria,
  • chi non è informato sul modo in cui si può contrarre,
  • chi invece ha informazioni parziali

insomma una grande quantità di persone che alla fine per questi motivi non sono in grado  di proteggersi dall’eventuale possibilità di contrarre il virus.

Alcune persone ad esempio, ritengono che  sia possibile riconoscere se una persona è affetta da Hiv anche solo osservandone l’aspetto che risulta generalmente magro, ma non è così, non è possibile riconoscere un sieropositivo dall’aspetto.

Altri hanno dubbi su come si possa trasmettere la malattia.

Insomma per quello che riguarda informazione e protezione dai rischi di infezione, stando a queste ricerche, l’ obiettivo è ancora lontano.

E voi unimamme, quanto ne sapete e ne avete parlato ai vostri figli?

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