Aumentare l’autostima: 4 modi per “uscire dall’angolo”

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Care Unimamme, parliamo di autocritica ed autostima e di come queste basi dell’amor proprio siano alimentate da profondi meccanismi psicologici che ci coinvolgono e coinvolgono i nostri figli sin dalle primissime fasi della vita. L’equilibrio psicofisico dipende molto dall’amore che si nutre per se stessi.

Scopriamo quindi cosa alimenta la nostra “voce interiore” e come possibile uscire dall’angolo, o aiutare i nostri figli a farlo,  nel caso in cui non si riesca più a volersi bene.

La nostra voce interiore è un meccanismo di sopravvivenza

Poiché l’uomo è un essere sociale, l’autocritica può essere vista come un vero e proprio meccanismo biologico di sopravvivenza. Sin dalla nascita infatti, la nostra sopravvivenza dipende dalla capacità di piacere ai nostri genitori. La natura fa molto per stringere e consolidare la relazione fra genitori e piccoli, ma i bambini sono del tutto dipendenti e sanno che devono imparare la lingua e i comportamenti sociali della famiglia per ricevere le cure di cui necessitano.

La voce interna è quindi un meccanismo biologico di sopravvivenza che approva o disapprova le nostre scelte ma, se fuori controllo, rischia di generare risultati opposti agendo contro la propria autostima e quindi contro il proprio stesso benessere.

Filtriamo i messaggi  che riceviamo senza esagerare nel mettere in discussione noi stessi

Il processo di costruzione della voce interiore prosegue per tutta la nostra vita. Con l’esperienza e la maturità sviluppiamo però modi per filtrare i messaggi che riceviamo e riusciamo a fare una selezione degli input esterni conservando ciò che per noi è significativo. Questa possibilità di scartare i messaggi che secondo noi non giovano non è data invece ai bambini. Da piccoli infatti confrontarsi con messaggi negativi o critici significa mettere in atto due reazioni:

  • ascoltare
  • desintonizzarsi.

Ma a per istinto di sopravvivenza i bambini tendono a optare quasi sempre per la prima scelta poiché necessitano di ascoltare molto per progredire socialmente. Quando però, i messaggi negativi superano quelli positivi, la voce interiore comincia a mettere in discussione il nostro sé danneggiando anche l’autostima. Comportamenti quali:

  • occuparsi poco di se,
  • tendere ad atteggiamenti di depressione,
  • ignorare lo stato della propria salute,
  • non fare quasi mai nulla per se stessi,
  • imbarazzarsi in modo esagerato di fronte a complimenti,
  • non esprimere mai a nessuno propri bisogni o desideri,

sono sintomo di un’autostima intaccata da una eccessiva critica nei confronti di se stessi. Un meccanismo vorticoso da non sottovalutare per la salvaguardia del proprio benessere.

Come guarire l’autostima e fare pace con se stessi

A questo proposito vi proponiamo i consigli di Margalis Fjelstad, terapeuta di coppia e familiare che ha proposto una strategia in quattro mosse per scardinare questo meccanismo. I suoi 4 consigli vertono sull’ascolto della voce autocritica, nella ricerca della loro comprensione e sostituzione con altri utili al benessere personale.

1. Siate consapevoli. Ascoltate le parole che la voce dell’autocritica usa per parlarvi. Prestate attenzione ai messaggi espliciti ed anche a quelli che generano un senso di inspiegabile inquietudine. Scrivete le parole che sentite. Osservate le situazioni che sembrano stimolare la voce dell’autocritica e quelle che vi rendono più vulnerabili.

2. Mettere in discussione il messaggio. Per ogni frase che avete scritto, chiedetevi se per voi è importante e quando lo è.  Potete fidarvi di chi vi ha inviato quel messaggio critico? Mettete in discussione le critiche che sentite.

3. Disattivate la voce dell’autocritica.
 Quali sono le vostre qualità, i vostri punti di forza, ed i comportamenti che vorreste cambiare? Accettali, perdonate le imperfezioni vostre e degli altri.  Cominciate a cambiare queste frasi con altri più positive.

4. Sostituite le critiche. Per ogni commento negativo della voce interna trovate una risposta basata sul vostro valore. E’ difficile, soprattutto all’inizio, ma non smettete di incoraggiarvi, per fare emergere ciò che di voi desiderate esprimere.

Care Unimamme, avete mai trascorso periodi in cui avete trattato “non bene” voi stessi? Pensate che questi consigli vi possano servire a riconoscere ed aiutare i vostri figli nel caso in cui soffrissero per una eccessiva mancanza di amor proprio?

 

(Fonte: Repubblica)

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