I bambini “esposti” al multilinguismo comprendono meglio il prossimo

stock-photo-26716209-small-girl-thinking-about-foreign-phrasesPiù volte si è parlato di come il bilinguismo sia una grande risorsa per l’intelligenza dei bambini.

Essere bilingue ha alcuni vantaggi evidenti, come la possibilità di andare incontro a nuove conversazioni e nuove esperienze.

Bambini multilingue: studi

Negli ultimi anni però i ricercatori di psicologia hanno portato alla luce alcuni vantaggi meno evidenti del bilinguismo.

Per esempio, i bambini bilingue possono godere di alcuni benefici cognitivi, come il miglioramento della funzione esecutiva, che è fondamentale per la soluzione dei problemi e altre attività mentalmente impegnative.

Due nuovi studi dimostrano che l’esposizione multilingue migliora non solo le capacità cognitive dei bambini, ma anche le loro abilità sociali.

Uno studio del laboratorio di psicologia dello sviluppo della Professoressa Katherine Kinzler, condotto in collaborazione con gli psicologi Boaz Keysar, Zoe Liberman e Samantha Fan, presso l’Università di Chicago e pubblicato sulla rivista “Psychological Science” dimostra come i bambini multilingue possono essere migliori in comunicazione rispetto ai bambini monolingue .

E’ stato formato un gruppo di bambini statunitensi, dai 4 ai 6 anni, di diversa provenienza linguistica. Ai bambini è stato chiesto di affrontare una situazione in cui dovevano comprendere la prospettiva di qualcun altro.

Riportiamo l’esempio pratico in modo da comprendere meglio lo studio in questione.

Sono state poste alla vista dei bambini 3 automobili:

  • una piccola,
  • una di grandezza media
  • e una grande.

Un adulto ha chiesto poi ai bambini di spostare per lui la macchina piccola. L’adulto in realtà poteva vedere solo l’auto di grandezza media e quella  grande, non poteva vedere l’auto più piccola, quindi il compito in cui dovevano riuscire i bambini era accorgersi che l’adulto non era in grado di vedere l’auto piccola e rispondere alla sua richiesta spostando l’auto di grandezza media.

E’ emerso che i bambini bilingue sono stati migliori rispetto ai bambini monolingue  nello svolgimento di questo compito.

“Se ci pensate, questo ha un senso intuitivo.”  Ha affermato la professoressa Kinzler.

Interpretare l’espressione di qualcuno spesso richiede prestare attenzione non solo al contenuto ma anche al contesto circostante:

  • che cosa sa e non sa un interlocutore?
  • che cosa ha intenzione di comunicare?

I bambini che vivono in ambienti multilingue hanno esperienze sociali che forniscono una pratica quotidiana nel considerare le prospettive degli altri:

  • devono pensare che lingua parlare in base a chi hanno di fronte
  • devono individuare quale contenuto può comprendere l’interlocutore
  • devono conoscere i tempi e i luoghi in cui parlare diverse lingue

È interessante notare come anche i bambini monolingue ma esposti regolarmente all’ascolto di un’altra lingua, ad esempio i bambini che avevano i nonni che parlavano un’altra lingua, siano stati altrettanto efficienti nello svolgimento di questo compito. Sembra che l’essere cresciuto in un ambiente in cui si parla più lingue, piuttosto che essere bilingue in sé, sia il fattore determinante.

Ci si potrebbe chiedere se questi risultati possano essere interpretati come un altro esempio delle maggiori capacità cognitive che possono avere i bambini bilingue. I ricercatori si sono posti questo problema. Hanno dato allora a tutti i bambini un test cognitivo a livello di funzione esecutiva.

Hanno scoperto che i bambini bilingue sono risultati migliori rispetto ai bambini monolingue, ma non migliori dei bambini monolingue esposti regolarmente all’ascolto di un’altra lingua.

Questi bambini “esposti” si sono comportati come monolingue nello svolgimento dei compiti cognitivi ma come bilingue sul compito di comunicazione.

Qualcosa di diverso dalle  abilità cognitive, qualcosa di più “sociale”, deve spiegare la loro struttura nell’adozione di un’altra prospettiva.

In uno studio successivo, di prossima pubblicazione nella rivista “Developmental Science”, il gruppo di studio ha esaminato gli effetti dell’esposizione multilingue su bambini ancora più piccoli: bambini che sanno a malapena parlare, dai 14 ai 16 mesi di età.

In questo studio, condotto da Zoe Liberman in collaborazione con il Professor Keysar e lo psicologo Amanda Woodward, ai bambini sono state mostrate due versioni dello stesso oggetto. L’oggetto in questione era una banana. Una era visibile sia per il bambino che per l’ adulto, l’altra visibile al bambino e nascosta alla vista dell’ adulto.

Quando l’adulto chiede al bambino “la banana”, il bambino potrebbe consegnare  indifferentemente una delle due, entrambe sono banane dopo tutto, ma se il bambino comprende il contesto sociale, dovrebbe scegliere la banana che l’adulto può vedere.

E’ emerso che i bambini cresciuti in ambienti monolingue scelgono indifferentemente le due banane. I bambini cresciuti in ambienti multilingue, compresi coloro che sono stati esposti a una seconda lingua solo in minima parte, mostravano di aver  già capito l’importanza di adottare un altro punto di vista per la comunicazione: hanno preferito la banana che l’adulto poteva vedere.

L’esposizione multilingue, a quanto pare, facilita le competenze di base di comprensione interpersonale. Naturalmente diventare completamente bilingue o plurilingue non è sempre facile o possibile per tutti. Abbiamo però appurato che il vantaggio sociale sembra emergere non dal bilinguismo in sé ma crescere in un ambiente in cui si parlano più lingue.

Questa è potenzialmente una buona notizia per i genitori che non sono bilingue ma che vogliono che i loro figli a godano di alcuni dei vantaggi del multilinguismo.

Voi unimamme cosa ne pensate dei benefici del multilinguismo? Avete esperienze di “esposizione a più lingue? Condividetele con noi.

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