Ecco come i bambini imparano a relazionarsi con gli altri

relazioni socialiI primi “amichetti”

Con la crescita, iniziano a relazionarsi in maniera significativa anche con altri bambini. Si presenterà una prima fase di gioco fianco a fianco, non insieme, per poi iniziare a ricercare l’attenzione degli altri con versi o mostrando loro giocattolo. Queste prime attività di interazione, proseguiranno fino a farli arrivare a veri e propri gruppi di gioco, in età prescolare. In questa fase si presentano atteggiamenti fisici particolarmente aggressivi, atti ad ottenere ciò che si vuole.

A iniziare dai 5 anni, i bambini formano gruppi di gioco ampi, instaurando le prime significative relazioni con i coetanei, che possono essere definite amicizie, con la scelta anche dei migliori amici. Nei primi mesi, inoltre, tendono a passare la maggior parte del tempo con coetanei dello stesso sesso, creando le prime significative differenza di genere. Così come le ragazze, infatti, formano gruppi molto piccoli se non semplicemente coppie d’amicizia, portandole a dare priorità alle relazioni sociali, così i maschi si riuniscono in gruppi molto più ampi, più competitivi, portandoli a dare più importanza al loro ruolo all’interno del gruppo sociale. Entrambi i modelli sono naturalmente positivi per i bambini, ma allo stesso tempo possono portare a disturbi differenti: le ragazze relativi alla sfera emotiva, mentre i maschi legati all’aggressività. La facilità con cui i bambini riescono ad andare d’accordo con i loro coetanei, è strettamente legato al modo con cui si relazionano con gli altri. I bambini sperimentano in questa fase la capacità di riconoscere e interpretare in modo corretto il comportamento degli altri, percependo e gestendo le proprie emozioni e quelle degli altri, trovando il modo migliore per rispondere.

Analizzando come i bambini si relazionano e interagiscono con il gruppo, possiamo notare grandi differenze: i bambini più popolari hanno una maggiore propensione ad ascoltare e considerare le opinioni degli altri mentre quelli esclusi hanno maggiori difficoltà ad avviare interazioni di gruppo.

In conclusione, l’interazione con questo gruppo, ha importanti influenze su come i nostri bambini si relazioneranno con gli altri una volta divenuti adolescenti e adulti. All’interno di questi gruppi, infatti, i bambini imparano la relaziona sociale, si impegnano in un gioco complesso e cooperativo, discutere, condividere e ascoltare le opinioni e a sviluppare metodi efficaci di risoluzione dei conflitti. Questi valori vengono poi assimilati, guidando le future relazioni. Quei bambini che infatti hanno vissuto un gruppo positivo, hanno sviluppato una maggiore autostima, migliorando i rapporti familiari. Al contrario, la mancanza di amici nell’infanzia è associata a fattori sociali negativi, tra cui un cattivo rendimento scolastico.

I bambini, nel frattempo crescono e diventano inquieti adolescenti. Vediamo allora cosa accade.

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