Bambini separati a scuola: bianchi da una parte e neri dall’altra

bambini separati a scuola
Bambini separati a scuola in Sudafrica (Foto condivisa dall’insegnante con i genitori via Whatsapp)

Bambini separati a scuola in Sudafrica: bianchi da una parte e neri dall’altra. Torna l’apartheid.

Una foto che doveva essere gioiosa si è tramutata purtroppo in una brutta immagine di una società che fatica ad evolversi. In una scuola elementare del Sudafrica, al primo giorno di lezioni bambini bianchi e neri sono stati separati, fatti sedere a tavoli diversi. La foto diffusa via Whatsapp è finita sui media e ha fatto il giro del mondo. Ecco che cosa è successo.

Bambini separati a scuola in Sudafrica: bianchi e neri divisi

Il primo giorno di scuola di una prima classe delle elementari in Sudafrica si è trasformato in un caso che sta facendo discutere tutto il mondo e che sta riportando alla luce quel terribile apartheid che si pensava fosse scomparso. Il razzismo, purtroppo, è sempre vivo, come testimoniano anche tanti brutti episodi che da qualche tempo si verificano sempre più spesso anche in Italia.

Quando si credeva di aver fatto progressi e invece si torna indietro e quello che torna indietro è un brutto passato.

L’apartheid o anche il semplice razzismo in Sudafrica sembrava ormai un vecchio e tragico ricordo del passato e invece sembra che non sia affatto così. A testimoniarlo c’è la foto del primo giorno di scuola alle elementari dei bambini di Learkool Schweizer-Reneke, città del North Province, nella zona verso il confine con il Botswana.

Alle 9 di mattina, al suono della campanella, i bambini sono entrati a scuola e hanno preso posto al loro banco. A metà mattinata, per assicurare i genitori che tutto stava andando per il meglio, l’insegnante ha scattato una foto ai bambini seduti in classe e tramite Whastapp l’ha inviata ai genitori. Non l’avesse mai fatto. Anzi meglio che lo abbia fatto, così in molti hanno potuto vedere cosa accade in Sudafrica, ancora.

Bambini separati a scuola in Sudafrica (Foto condivisa dall’insegnante con i genitori via Whatsapp)

Come si vede nelle foto sopra, al centro della classe c’è un grande e lungo tavolo formato dall’unione dei singoli banchi dei bambini bianchi, mentre in fondo all’aula, separato e a debita distanza dal grande tavolo, vicino alla porta, c’è un tavolo più piccolo con quattro bambini neri. Una scena che ha subito richiamato alla mente il periodo dell’apertheid in Sudafrica. Perché i bambini bianchi e neri sono stati divisi? E perché i bimbi di colore sono stati messi ad un altro tavolo, in un angolino, lontani dai loro compagni di scuola bianchi?

Sono le domande che deve essersi fatta la mamma di uno di questi bambini, quando ha ricevuto la foto sul suo smartphone e a differenza degli altri genitori, che hanno risposto tutti al messaggio con un “grazie”, “dankie” in afrikaans (la lingua di origine germanica parlata in Sudafrica soprattutto dalla minoranza bianca), non ha ringraziato ma si è indignata. A quel punto la foto è uscita dal gruppo Whatsapp ed è stata condivisa dalla mamma sui social, facendo scoppiare un caso mediatico. Della foto hanno parlato i giornali, prima sudafricani, ora di tutto il mondo e sul caso è stata aperta un’inchiesta da parte sia del governo locale che nazionale.

Tra le possibili spiegazioni della separazione tra bambini di diverso colore, c’è chi sostiene che la divisione fosse dovuta a motivi linguistici, perché molti bambini neri in Sudafrica non parlano l’afrikaans. Poi sono state diffuse anche fotografie dei bambini bianchi e neri tutti insieme attorno al grande tavolo in classe.

Sul caso è intervenuto anche l’attivista studentesco Mcebo Dlamini: “La cosa più scandalosa non è tanto l’immagine di bambini neri discriminati dai bianchi a scuola, è comune nella nostra presunta Africa post-apartheid. La cosa grave è che i neri dicano che il razzismo è finito, mentre non è così, è il problema da affrontare“, ha detto l’attivista.

Che dire unimamme? Se la discriminazione tra bimbi bianchi e neri fosse confermata sarebbe veramente molto triste

Vi ricordiamo un caso di cui vi abbiamo raccontato qualche tempo fa: Razzismo alla scuola materna: il video di una bambina di 3 anni è virale

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