Bambino ucciso per un debito di 1 euro dal suo datore di lavoro

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Bambino ucciso per un debito di 1 euro dal suo datore di lavoro. Il fatto è avvenuto in Pakistan.

Un delitto atroce commesso ai danni di un bambino di soli 11 anni, ucciso dal suo datore di lavoro per il debito di appena 1 euro. Una notizia terribile che viene dal Pakistan.

Bambino ucciso per un debito di 1 euro

Faisalabad, in Pakistan (Minhajian, CC BY-SA 4.0, Wikicommons)

Nella città di Faisalabad, in Pakistan, un bambino di 11 anni è stato ucciso a colpi di spranga dal suo datore di lavoro. Una vicenda che sta scuotendo il Paese asiatico, purtroppo non nuovo episodi di efferata violenza nei confronti dei minori.

La vittima si chiamava Badal Masih, veniva da una famiglia cristiana che abita nel quartiere di Rasheed Abad di Faisalabad. Il bambino a soli 11 anni lavorava come raccoglitore di rifiuti nella discarica di proprietà di tale Ifran. Era un lavoro estivo che aveva deciso di fare durante le vacanze da scuola per aiutare la sua famiglia, molto povera.

In casa lavora solo la madre del bambino, Shareefan Bibi, come domestica. Invece il padre, Shahzad Masih, è un tossicodipendente e non lavora. Badal era al suo primo anno di scuola. I genitori a causa dell’estrema povertà non erano riusciti a iscriverlo quando era più piccolo.

Il ragazzino lavorava come raccoglitore di rifiuti nella discarica vicino casa. Un lavoro per il quale veniva pagato circa 50-100 rupie al giorno, che corrispondono a 0,28-0,56 euro.

Qualche giorno fa, Badal aveva chiesto al suo datore di lavoro un prestito di 180 rupie , corrispondenti a 1 euro, per alcune spese necessarie alla sua famiglia. In seguito, stando a quanto scrive AsiaNews che riporta la notizia dell’efferato delitto, il bambino sarebbe stato molestato dal suo datore di lavoro che avrebbe preteso subito la restituzione dei soldi prestati.

Così Badal ha deciso che non voleva lavorare più per quell’uomo. È tornato a casa, ha chiesto alla madre di prestargli 150 rupie, e ritornato alla discarica ha dato i soldi a Ifran, in restituzione del prestito, e gli ha detto che non avrebbe più lavorato per lui.

A quel punto l’uomo si è sentito oltraggiato e furioso ha aggredito il bambino, picchiandolo violentemente, anche con una spranga di ferro, uccidendolo con un colpo alla testa. Ad aiutare Ifran nel brutale pestaggio ci sarebbe stato anche suo fratello Akram, sempre secondo quanto riporta AsiaNews.

Purtroppo la madre di Badal ha assistito al pestaggio e alla morte del figlio. Non vedendolo tornare a casa, la donna si è recata alla discarica e quando è giunta sul posto ha visto Badal mentre veniva picchiato selvaggiamente. La donna si è messa a urlare disperata e le sue grida hanno attirato l’attenzione dei vicini che hanno chiamato la polizia.

I due uomini, Ifran e Akram sono riusciti a fuggire. La madre di Badal ha sporto denuncia alla polizia e secondo lei suo figlio avrebbe subito anche violenza sessuale dal datore di lavoro che lo ha ucciso. Sul corpo del bambino verrà eseguita l’autopsia, anche per accertare lo stupro.

Badal “era un bambino molto obbediente, voleva guadagnare qualcosa per darmi una mano nel sostenere la famiglia. Questi crudeli padroni hanno spezzato la sua vita senza motivo. Le mie lacrime saranno asciugate solo quando i colpevoli verranno puniti con severità e condannati a trascorrere tutta la vita dietro le sbarre per il peccato che hanno compiuto contro il mio innocente figlio”, ha detto la madre del bambino. “Sono povera ma ho fede in Dio. Lotterò per avere giustizia fino al mio ultimo respiro”, ha concluso.

Dure parole di accusa sono state pronunciate da Joel Amir Sohotra, ex parlamentare cristiano, che ha chiamato in causa anche l’odio e la violenza contro la minoranza cristiana pakistana da parte della maggioranza musulmana. Il datore di lavoro omicida infatti è musulmano. “Questa è la mentalità malata della nostra società crudele che non considera i membri delle minoranze come esseri umani e per questo li tortura se essi rifiutano di obbedire, sapendo inoltre che nessuno si alzerà a difendere queste povere creature”. L’ex parlamentare ha anche puntato il dito contro “i pedofili stanno rovinando l’immagine del Pakistan nel mondo“.

Che dire unimamme non ci sono parole di fronte a questo orrore.

Sul Pakistan purtroppo vi abbiamo già segnalato episodi mostruosi di violenze, abusi sessuali e omicidi di bambini. Il caso più sconvolgente di tutti, che ha suscitato forte indignazione in Pakistan, è quello di Zainab Ansari, una bambina di 7 anni violentata e uccisa da un pedofilo.

Riguardo allo sfruttamento del lavoro dei bambini in Pakistan vi avevamo raccontato la straziante storia di Iqbal, il bambino operaio.

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