Bimbo nordafricano di 3 anni preso a calci da un adulto a Cosenza

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Bambino (iStock)

Bimbo nordafricano di 3 anni preso a calci da un adulto a Cosenza. Fermato l’aggressore.

Una storia sconcertante che ha indignato profondamente l’opinione pubblica: un bimbo nordafricano di soli 3 anni è stato preso a calci da un adulto perché si era avvicinato al passeggino con la figlia piccola dell’aggressore. Il fatto è avvenuto in pieno centro a Cosenza e ha scosso tutti quanti per la brutalità e la violenza gratuita. Nel frattempo sono stati fermati i responsabili dell’assurda aggressione, una giovane coppia di marito e moglie.

Bimbo nordafricano di 3 anni preso a calci

Il piccolo Reyem di appena 3 anni non avrebbe mai immaginato che avvicinarsi ad un’altra bambina piccola, più o meno come lui, avrebbe scatenato contro di lui una furia cieca e brutale. Il bambino di origine nordafricana, figlio di immigrati che vivono in Italia da vent’anni, si trovava nel centro di Cosenza lo scorso martedì 3 settembre quando improvvisamente e senza alcun valido motivo è stato aggredito da una coppia di giovani genitori.

Reyem era insieme ai fratelli più grandi, di 8 e 10 anni, insieme stavano andando a comprare un gelato mentre aspettavano che la mamma che era dal medico per una visita. Reyem ha visto una bimba su un passeggino e si è avvicinato, forse per curiosità forse per giocare con lei, ma i genitori non hanno gradito. Prima è stato aggredito dalla madre della bambina che lo ha allontanato in malo modo, secondo quanto hanno riferito alcuni testimoni, poi, è stato colpito con violenza dal padre della bambina e marito della donna che gli ha sferrato un forte calcio all’addome.

Il piccolo Reyem ha fatto un salto di due metri e si è accasciato a terra, ha riferito una testimone che ha assistito alla scena. Fortunatamente i passanti sono intervenuti subito per soccorrerlo, chiamando il 118 e allo stesso tempo anche la polizia. “Non potevo credere a quello che stava succedendo – ha continuato la testimone, una ragazza –  Il mio primo pensiero è stato soccorrerlo”.

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Il bambino è stato portato al pronto soccorso per accertamenti e per fortuna non ha riportato conseguenze serie, solo contusioni guaribili in alcuni giorni. Il trauma psicologico però è devastante. Il bambino ha subito un forte shock e non ha dormito per due giorni, ha detto il padre. Reyem non riesce a capire che cosa abbia fatto di male per ricevere una tale violenza. Per guarire le ferite morali ci vorrà tempo.

In un’intervista a Repubblica il padre di Reyem ha spiegato che il figlio “ha ancora dolore, ma quello passerà insieme a lividi e contusioni. Anche oggi i medici lo hanno visitato e hanno detto che non c’è nulla di preoccupante, per fortuna. Psicologicamente però, ci preoccupa. Non riesce a capire cosa sia successo e piange disperato. Anche il fratello e la sorella sono inquieti, arrabbiati”.

L’uomo, che vive in Italia dal 1995, non riesce a capacitarsi di quello che è accaduto al figlio di 3 anni, mai gli era capitato qualcosa del genere in Italia. “Lavoro qui a Cosenza da vent’anni, la mia famiglia è qui, i miei figli crescono qui non ho mai avuto problemi”. Per fortuna la città si è stretta attorno alla sua famiglia, come ha riferito l’uomo. “C’è stata anche tanta gente coraggiosa, come la ragazza che ha denunciato tutto su Facebook. In tanti mi hanno espresso solidarietà. La polizia è stata rapida e ha trovato subito l’aggressore. Adesso che è stato fermato sono più tranquillo”.

La polizia ha individuato subito la coppia di aggressori soprattutto l’uomo che ha sferrato il calcio al bambino. Si tratta di un giovane di 22 anni che è stato denunciato insieme alla moglie di 24 con l’accusa di lesioni personali aggravate. Inoltre, è emerso che il 22enne è il fratello di un un pentito di camorra che si trovava in un luogo protetto della provincia di Cosenza. La coppia è stata immediatamente allontanata dalla Calabria e trasferita in un’altra località protetta.

Il sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto, ha definito l’episodio “raccapricciante“, provoca “indignazione e sconcerto”. Occhiuto ha anche ricordato come Cosenza sia “storicamente città di inclusione e accoglienza. Qualsiasi sia il motivo, se di natura razzista o di cieca follia – ha spiegato – certamente si tratta di un gesto gravissimo che non può trovare alcuna giustificazione, né deve essere sottaciuto”.

La notizia dell’aggressione e le parole del padre del bambino sono state riportate da Repubblica.

Che dire unimamme? Non ci sono parole di fronte a una tale violenza verso un bimbo di 3 anni.

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