Una casa troppo pulita può favorire la leucemia nei bambini

casa troppo pulita
Bambino con la leucemia (iStock)

Una casa troppo pulita può favorire la leucemia nei bambini, secondo uno studio scientifico.

Una casa troppo pulita può essere dannosa alla salute dei bambini. Sembra incredibile ma è così. Pulire ovviamente è importante, ma esagerare, usare prodotti per la pulizia della casa troppo aggressivi, che non lasciano spazio ad alcuni tipo di germi, non va bene.

In una casa troppo pulita, infatti, i bambini non svilupperebbero bene il sistema immunitario, con il rischio di renderlo fragile e paradossalmente più esposto alle malattie. Tra queste ci sarebbe anche la leucemia. Lo sostiene uno studio scientifico.

Una casa troppo pulita è a rischio leucemia nei bambini

Avete la mania di pulire di continuo la casa, tenerla linda e perfetta, utilizzando detersivi potenti, smacchiatori, sgrassatori, battericidi, ammazza germi di ogni tipo? Bene, sappiate che non state facendo un favore alla vostra salute e in particolare a quella dei vostri figli. Pulire troppo casa, infatti, è dannoso soprattutto per i bambini, che hanno un sistema immunitario che si sta ancora sviluppando.

Una casa troppo pulita, infatti, può influire negativamente sul sistema immunitario dei bambini e aumentare il rischio di sviluppare gravi problemi di salute. Tra questi c’è anche la leucemia. Trascorrere un’infanzia lontano dai germi, in un ambiente assolutamente asettico, senza prendere quelle normali malattie o infezioni, comuni e non gravi, che solitamente prendono tutti i bambini, è rischioso. Questa condizione, infatti, non permetterebbe al sistema immunitario si rafforzarsi e di conseguenza di svilupparsi in modo completo, con il rischio di rimanere fragile e, paradossalmente più esposto alle malattie, in questo caso anche gravi.

Tra questi rischi c’è anche quello di sviluppare la leucemia linfoblastica acuta (LLA). A sostenerlo è uno studio scientifico del 2018, secondo il quale questa forma grave di leucemia ha maggiori probabilità di colpire i bambini che hanno trascorso il loro primo anno di vita nelle case più pulite.

Lo studio, pubblicato su Nature Reviews Cancer, avrebbe provato un meccanismo di causa effetto tra un ambiente molto pulito e la leucemia linfoblastica acuta nei bambini (“A causal mechanism for childhood acute lymphoblastic leukaemia“). Lo studio, va precisato, individua diversi fattori di rischio di questa forma di leucemia, oltre ad un ambiente asettico.

L’autore dello studio, Mel Greaves, docente presso l’Institute of Cancer Research in Inghilterra, ha affermato che anche i bambini che hanno avuto meno interazioni con altri bambini nella prima infanzia potrebbero anche avere un rischio maggiore di sviluppare la leucemia.

Contrarre infezioni nei primi anni di vita aiuta a proteggere il sistema immunitario del bambino dal rischio di mutazioni genetiche, che potrebbero causare la leucemia e altre malattie

Insomma, il sistema immunitario per svilupparsi bene e diventare forte, efficiente nel contrastare le malattie, deve allenarsi con le piccole e i vari malanni che si contraggono da bambini. I genitori che cercano di tenere lontani i bambini dallo sporco e da banali malattie rischiano di danneggiare i propri figli invece che fargli bene.

A scanso di equivoci, questo discorso non vale ovviamente per i vaccini, che sono importantissimi strumenti di prevenzione che evitano malattie che oggi tendiamo a sottovalutare ma che invece possono essere molto pericolose e avere conseguenze permanenti o addirittura letali.

I risultati dello studio scientifico che dimostra una correlazione tra ambienti troppo puliti e la leucemia linfoblastica acuta vengono dall’analisi degli studi sulla leucemia infantile condotti negli ultimi 30 anni.

Il professor Mel Greaves ha spiegato in un’intervista alla CNN che “la ricerca suggerisce in modo fondato che questo tumore ha una chiara origine biologica ed è innescato da una varietà di infezioni in bambini predisposti il ​​cui sistema immunitario non si è adeguatamente formato“. Studi precedenti hanno dimostrato che le infezioni contratte durante l’infanzia potrebbero ridurre il rischio di avere la leucemia linfoblastica acuta.

Lo studio di Graves dovrebbe condurre la scienza medica verso lo sviluppo di nuovi approcci per prevenire la leucemia infantile. In ogni caso, alcuni esperti hanno sottolineato che saranno necessari ulteriori studi per confermare le conclusioni di questa ricerca.

Charles Swanton, responsabile clinico del Cancer Research nel Regno Unito, ha sottolineato che “questa ricerca fa luce su come potrebbe svilupparsi una forma di cancro del sangue nell’infanzia, implicando una complessa combinazione di genetica e esposizione precoce a germi, sporco e malattie“.

Che ne pensate unimamme? Eravate a conoscenza dei rischi per la salute di una casa troppo pulita?

Lo studio scientifico è stato citato da Medical Daily.

Leucemia linfoblastica acuta

Questo tumore del sangue colpisce solitamente i bambini di età compresa tra 0 e 4 anni. Tuttavia questa patologia può verificarsi anche nei bambini più grandi e negli adulti. Questa leucemia provoca un accumulo di linfociti nel sangue, nel midollo osseo e in altri organi. Il termine “acuta” indica che la malattia progredisce velocemente. Infatti, potrebbero bastare poche settimane o addirittura pochi giorni per diffondersi ad altri organi e parti del corpo. Per curare la leucemia linfoblastica acuta si ricorre alla chemioterapia.

Quando la leucemia linfoblatisca acuta non si riesce a curare con la chemioterapia, né con altre cure standard, una soluzione è la terapia con cellule CAR-T, la terapia innovativa che consiste nel prelevare i linfociti T dal paziente, riprogrammarli in laboratorio e poi reinfonderli nel paziente stesso affinché vadano in circolo nel sangue e aggrediscano le cellule tumorali, per eliminarle. La nuova terapia è stata appena approvata in Italia dall’Aifa per due tipi di tumore del sangue, tra i quali c’è proprio la leucemia linfoblastica acuta a cellule B nei pazienti fino a 25 anni.

Con la terapia CAR-T un bambino affetto da leucemia linfoblastica acuta è stato curato all’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma.

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