Come trattare una donna abusata: i consigli di chi ci è passata per gli uomini

Coppia che si abbraccia (iStock)

Per un uomo rapportarsi ad una donna che è stata abusata è molto difficile. Alle volte, spesso incolpevolmente, si possono commettere degli errori e i tentativi di aiuto possono rivelarsi disastrosi.

Per non parlare degli atteggiamenti del tutto sbagliati di sminuire, se non addirittura colpevolizzare la vittima.

Per scarsa sensibilità o per incapacità di immedesimarsi o per difficoltà nel comprendere appieno la situazione, nonostante la buona fede e le buone intenzioni, gli uomini possono ferire psicologicamente ed emotivamente le donne che sono state già vittime di violenze e abusi. Per evitare questi inconvenienti e aiutare gli uomini, una donna americana violentata ha pubblicato un elenco di suggerimenti su come comportarsi.

Come comportarsi con una donna abusata: cosa fare e cosa non dire. Consigli per uomini

Lei si chiama Bridget Phetasy ed è una donna che ha vissuto il dramma dello stupro. Dopo questa terribile esperienza ha ripreso in mano, gradualmente la sua esistenza, è andata avanti, si è ricostruita una vita e ha ripreso anche a frequentare uomini e ad avere delle relazioni.

Nonostante l’incontro di uomini disponibili e comprensivi, desiderosi di aiutarla nel superamento del trauma, Bridget ha dovuto fare i conti con una scarsa sensibilità o un modo sbagliato da parte degli uomini di approcciarsi al suo problema. Dalle reazioni sminuenti e colpevolizzanti a quelle esageratamente emotive e protettive. Tutte a loro modo sbagliate, che non l’aiutata, anzi in certi casi l’hanno fatta stare peggio.

Consapevole che molti di questi errori o atteggiamenti sbagliati non erano voluti, Bridget ha pensato bene di stilare una serie di suggerimenti per gli uomini su come comportarsi con una donna abusata. Non si tratta di una ramanzina o di una lezioncina, ma di un modo per far capire, a chi non ha vissuto direttamente un’esperienza di abuso e non può rendersi conto fino in fondo come ci si sente, quali sono i comportamenti più adatti e le parole da dire o da non dire.

L’articolo di Bridget, pubblicato su Mel Magazine, vuole essere una guida per mariti, fidanzati, compagni, fratelli, padri, cugini, amici e tutti quegli uomini che abbiano a cuore una donna abusata.

Ecco quindi come ascoltare una donna che racconta una storia di abuso e come comportarsi con lei.

1- Non stare sulla difensiva e non prenderla sul personale.

Molti uomini di fronte a storie o denunce di abusi sessuali nei confronti delle donne la prendono sul personale e tendono a mettersi sulla difensiva, sottolineando che non tutti gli uomini sono violenti. Peggio ancora quando ribaltano la questione e rispondono che ci sono anche casi di donne violente. Il punto, però, come sottolinea Bridget è che qui non si sta parlando di loro. Denunciare le violenze e gli abusi sulle donne non significa mettere sul banco degli imputati tutti gli uomini. Agli uomini che si sentono in qualche modo offesi o in colpa perché gli si confida una violenza o un abuso va ricordato che NON si tratta di loro. Non sono loro i responsabili e non devono immedesimarsi nell’intero genere maschile, tanto meno negli uomini violenti. Quando si denuncia o si confida una violenza, il responsabile è chi l’ha commessa. Certo, purtroppo non sono poche le violenze commesse dagli uomini, ma proprio per questo gli uomini se vogliono aiutare le donne devono mostrare comprensione ed empatia. Invece di recriminare offrire aiuto.

2- Fidarsi delle parole della donna.

Non bisogna mai sminuire quello che una donna dice su un abuso subito. Se fa una confidenza su un tema tanto doloroso vuole dire che è vero, proprio perché è difficile parlare di violenze sessuali subite. Ovviamente ci sono sempre delle eccezioni, ma per una falsa accusa altre cento sono vere per non parlare di tutte le violenze che non vengono mai denunciate. Pertanto è preferibile fidarsi di quello che racconta una donna. Certi argomenti dolorosi vengono fuori a fatica.

3- Imparare a usare le parole giuste.

Di fronte ad una donna che fa una denuncia o una confidenza su uno stupro dopo molto tempo dal fatto, non dire mai “perché lo dici solo ora?“. Si tratta di un trauma talmente grande che anche a distanza di molto tempo è dolorosissimo. Bridget Phetasy suggerisce di leggersi libri e articoli sulla sindrome da stress post traumatico (PTSD) e sulla colpevolizzazione delle vittime, per farsi una idea di quanto sia difficile per una donna tirare certi argomenti e di quanto sia dannoso e violento nei suoi confronti colpevolizzarla. Anche a distanza di 20 anni raccontare uno stupro è traumatico.

4- Rendersi conto della propria situazione di privilegio.

Gli uomini sono privilegiati rispetto alle donne, anche nelle nostre società occidentali che pure hanno raggiunto faticosamente una certa parità. Le donne continuano ad essere discriminate sul lavoro, nello stipendio che ricevono, nel percorso della loro carriera. Non si può negarlo. Non solo, le donne sono costrette spesso a guardarsi le spalle quando escono di casa da sole. Le aggressioni, le molestie e gli abusi sono sempre dietro l’angolo. Quante donne vengono molestate ogni giorno in strada, sugli autobus, al lavoro? La stessa Bridget fa gli esempi di quando lavorava come cameriera. Il privilegio degli uomini sta nella loro posizione sociale e nella forza fisica. Se ne devono rendere conto. Così come devono provare ad empatizzare di più con le donne.

5- Evitare di fare i “salvatori”.

Molti uomini in assoluta buona fede e con le migliori intenzioni quando vengono a sapere che una donna che conoscono o una loro amica è stata abusata, tendono a reagire da “salvatori“. Si indignano, chiedono se il bruto è stato arrestato o si offrono di fare giustizia. È quello che è capitato a Bridget Phetasy con gli uomini con cui è uscita, dopo lo stupro. Se questo modo di reagire vuole essere d’aiuto, tuttavia, spiega Bridget finisce per spostare l’attenzione sui loro sentimenti e il loro stato d’animo. Con la conseguenza che la donna si trova a dover gestire la loro reazione emotiva, deve calmarli, spiegare e forse rispondere a più domande di quelle che avrebbe voluto. In questo modo la donna non riceve nessun aiuto, nonostante le migliori intenzioni di chi vorrebbe aiutarla. Come nel caso sopra della reazione sulla difensiva, gli uomini devono capire che la violenza non è capitata a loro, non riguarda la loro persona o il loro stato emotivo. Questo è importante da comprendere, per essere veramente di aiuto.

6- Non dire: da marito, padre di figlie ecc.

Quando un uomo affronta il tema della violenza sulle donne e parla dalla prospettiva del marito o padre delle figlie più che essere comprensivo, in realtà sta seguendo un cliché, uno stereotipo maschilista. Per capire la violenza sulle donne, condannarla ed essere solidale con le vittime non c’è bisogno di essere un padre o un marito. La violenza va condannata a prescindere e con le donne bisogna solidarizzare sempre, non perché si è padre di bambine. Vedere il problema solo dal proprio punto di vista (quello di padre o di marito) è sminuente.

7- Non dire alle donne di calmarsi.

Chi non ha mai vissuto una esperienza di abuso sessuale non dovrebbe dire alle vittime di calmarsi. Tenere tutto dentro fa male e se una donna a fatica e con immenso dolore si confida, vale quanto detto sopra: essere comprensivi. Quindi niente inviti alla calma. Le donne hanno dovuto reprimere la rabbia per le ingiustizie subite per secoli. Non si devono calmare.

8- Scegliere il silenzio.

In situazioni difficili e anche imbarazzanti come la confidenza su uno stupro o un abuso sessuale, spesso il silenzio è la risposta preferibile. Piuttosto che sminuire, sottovalutare o all’opposto avere una reazione esagerata, tacere ma dimostrare di esserci è la risposta migliore. Un silenzio empatico è meglio di tante parole superflue. Ammettere la propria inadeguatezza in questi casi non è una colpa, non è la persona a cui viene fatta la confidenza che deve risolvere il problema della donna abusata.

9- Ascoltare.

Oltre che tacere, ascoltare, ma ascoltare veramente è l’aiuto migliore. Un ascolto attivo, che non ha bisogno di parole, ma che fa capire alla donna che si è lì a capirla ed aiutarla. Lei si sentirà rassicurata e capirà di potersi fidare.

10- Fare della compassione l’emozione principale.

La prima cosa da fare è trattare la donna abusata in modo compassionevole, che significa essere comprensivi verso il suo dolore, così come si farebbe con le persone che stanno vivendo un lutto.Non so cosa dire, ma sono al tuo fianco” è una risposta sincera. Così come l’unica domanda da fare in questi casi è: Come posso aiutarti?”.

11- Cercare aiuto.

Rapportarsi ad una donna che ha vittima di violenza o abuso sessuale è difficile e non bisogna vergognarsi di chiedere aiuto agli altri: amici, familiari o anche uno psicologo. L’obiettivo di un uomo che ha come persona cara una donna abusata dovrebbe quello di starle accanto e aiutarla, non quello di caricare le sue responsabilità o emozioni su di lei.

Che ne pensate unimamme di questi consigli? Pensate siano utili.

Sul tema della violenza delle donne abbiamo scritto molto vi ricordiamo i nostri articoli:

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