Donna incinta con sangue raro ha rischiato di perdere la figlia

donna incinta

Una storia iniziata in modo drammatico, ma che fortunatamente si è conclusa a lieto fine.

Una donna incinta ha scoperto di avere un tipo di sangue molto raro che rischiava di danneggiare il feto. Fortunatamente il problema è stato risolto grazie ad un donatore. Ecco cosa è successo.

Donna incinta con sangue raro rischia di perdere il bambino

Una donna incinta ha rischiato di perdere la bambina che portava in grembo a causa di un sangue raro che produceva anticorpi contro il feto. La donna aveva già perso un altro bambino, per colpa di un aborto spontaneo, e per la nuova gravidanza si era sottoposta ai controlli di una clinica specializzata, la Mangiagalli del Policlinico di Milano.

Alla Mangiagalli la donna incinta, di origini sudamericane, è stata sottoposta al Test di Coombs indiretto, che serve per individuare la presenza nel sangue della madre di anticorpi che possono oltrepassare la placenta e aggredire i globuli rossi del bambino. Una condizione che può portare ad aborto spontaneo o alla anemia emolitica del bambino. Per questo è importantissimo intervenire in tempo.

Gli anticorpi della madre attaccano i globuli rossi del feto quando c’è incompatibilità tra il fattore Rh della madre e quello del feto: una madre con fattore Rh negativo può sviluppare anticorpi quando è esposta ai globuli rossi Rh positivi del feto. Per risolvere il problema, la madre deve essere sottoposta a trasfusione.

Nel caso specifico però il sangue della donna incinta presentava un fenotipo Rh deleto. Una situazione rara, che può variare a seconda della popolazione ma che di solito è presente in meno dello 0,2-1% dei casi.

Grazie all’intervento della Banca del Sangue Raro e al lavoro degli esperti di Ematologia della gravidanza e di Patologia della Gravidanza della Medicina e Chirurgia Fetale del Policlinico di Milano è stato possibile trovare un donatore compatibile residente in Lombardia, forse l’unico in Italia per questo tipo di sangue raro. Il donatore è stato quindi convocato e ha accettato subito di fare una donazione per questa bambina ancora in utero.

La donna incinta è stata quindi sottoposta a trasfusione di sangue direttamente in utero: un intervento che ha salvato la vita alla bambina, che aveva iniziato già a sviluppare una grave anemia.

Alla 35a settimana di gestazione i medici hanno fatto nascere la bambina con taglio cesareo.

Tutto è andato bene, mamma e bambina stanno bene e ora sono a casa. Mamma e bambina non hanno avuto più bisogno di trasfusioni. La piccola è nata lo scorso luglio.

Sul sangue con fenotipo Rh deleto e gli anticorpi che sviluppa, Maria Antonietta Villa, responsabile del Laboratorio di Immunoematologia, del Centro Trasfusionale del Policlinico di Milano ha spiegato al Giorno: “Questi anticorpi si riscontrano in condizioni estremamente rare e possono causare aborti ricorrenti, grave malattia emolitica del feto e del neonato, e grave reazione trasfusionale negli individui che presentano questo fenotipo“.

Test di Coombs indiretto: quando farlo e perché?

Durante la gravidanza, il Test di Coombs indiretto viene usato per rilevare nel sangue della madre gli anticorpi che possano passare la placenta e attaccare i globuli rossi del bambino, causando anemia emolitica del neonato.

La causa più grave è dovuta ad anticorpi diretti verso l’antigene D, del sistema Rh. Un individuo è considerato Rh positivo se è presente l’antigene D sulla superficie dei suoi globuli rossi ed Rh negativo se l’antigene è assente. Una madre Rh negativa può sviluppare anticorpi quando è esposta ai globuli rossi Rh positivi del feto. Per prevenire questo evento una madre Rh negativa dovrebbe sottoporsi a Test di Coombs indiretto precocemente, intorno alla 28° settimana di gravidanza e poi al parto.

Se non sono presenti anticorpi anti-Rh alla 28° settimana, allora alla madre vengono iniettate delle immunoglobuline Rh (RhIg) per togliere tutti globuli rossi fetali Rh positivi eventualmente presenti nel circolo ematico della madre e per prevenire la sua produzione di anticorpi anti-Rh. Alla nascita viene determinato il gruppo Rh del bambino. Se il bambino è Rh negativo, allora la madre non necessita di alcuna iniezione di RhIgSe il bambino è Rh positivo e la madre è Rh negativa, vengono somministrate alla madre altre RhIg.

Se il test di Coombs indiretto è positivo, allora uno o più anticorpi anti-globuli rossi sono presenti. Alcuni anticorpi sono più importanti di altri. Prima di una trasfusione un test di Coombs indiretto positivo indica la necessità di effettuare un test di identificazione degli anticorpi per capire di che natura siano gli anticorpi presenti. Una volta identificati gli anticorpi, il sangue del donatore non deve contenere gli antigeni corrispondenti perché i globuli rossi non siano attaccati e distrutti dal ricevente dopo la trasfusione“.

Tratto da Lab Tests Online.

Che pensate unimamme di questa storia? Conoscevate questa condizione rara?

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Fattore Rh, negativo-positivo in gravidanza

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