Erasmus: la classifica dei paesi preferiti dagli studenti

200500887-001

Studenti che vanno, studenti che arrivano. Dal  recente studio Svimez, abbiamo scoperto quelle che sono le preferenze, o scelte al momento anche “obbligate”, per i giovani studenti italiani alla ricerca di un percorso di istruzione utile al mondo del lavoro e di arricchimento del proprio bagaglio di esperienza.

Una delle opportunità più interessanti per gli studenti universitari degli ultimi decenni è senz’altro il programma Erasmus, il cui nome si ispira proprio all’umanista e teologo olandese Erasmo da Rotterdam, il quale viaggiò diversi anni in tutta Europa proprio per comprenderne le differenti culture.

L’Erasmus – European Region Action Scheme for the Mobility of University Students nasce nel 1987 per opera della Comunità Europea  e offre la possibilità a uno studente universitario europeo di effettuare in una università straniera un periodo di studio legalmente riconosciuto.

Ma quali sono i vantaggi nel partecipare a questo programma e quali i Paesi Europei preferiti dagli studenti?

I “numeri” del programma in Italia e i vantaggi per i ragazzi

Dal summit che si è recentemente tenuto a Roma, tra i direttori delle Agenzie del programma di tutta Europa,  è emerso che solo nell’ultimo anno sono stati  oltre 25mila gli universitari Italiani che vi hanno partecipato.  Oltre 3 milioni i ragazzi che in tutto hanno potuto realizzare questa esperienza dall’inizio del programma al 2013.

Flaminio Galli, il direttore dell’Agenzia italiana dichiara infatti:

Anno dopo anno, il programma Erasmus dimostra la sua straordinaria importanza e vitalità, la voglia di fare esperienza formativa all’ estero cresce come il numero dei partecipanti e i risultati sul piano formativo e sociale: la mobilità degli studenti e dei docenti rafforza l’identità comune europea, migliora la preparazione individuale e favorisce l’occupazione

E come dare torto dai dati estratti dal monitoraggio del programma e che riguardano solamente l’Italia scopriamo che:

  • nel 2014 in 8mila sono partiti per periodi di istruzione e formazione professionale;
  • sono oltre 1.600 i docenti italiani partiti o in partenza per un corso di formazione o un periodo di codocenza in scuole europee. Un aumento di ben il 60% in più rispetto al 2013;
  • nel 2014 l’Italia ha avuto un budget di 78 milioni di euro: 56 per l’istruzione superiore, 16 milioni e 700 mila per la scuola, 4 milioni e 900mila per l’educazione degli adulti;
  • inoltre da uno studio della Commissione Europea emerge che tra i laureati l’incidenza della disoccupazione di gran lunga inferiore. A 5 anni dalla laurea, il loro tasso di disoccupazione è più basso del 23% rispetto a chi non è mai partito.

La classifica dei Paesi preferiti: Spagna al primo posto, e l’Italia?

Nella classifica dei Paesi preferiti dagli studenti europei la Spagna è sempre al primo posto, il luogo più amato per trascorrere un periodo di tempo all’estero. La formula “studio+divertimento” non concede il primato ad altri luoghi.  Ed è anche la nazione più amata dagli italiani.

Questa la classifica:

  1. Spagna
  2. Germania
  3. Francia 
  4. Regno Unito
  5. Italia
  6. Svezia
  7. Polonia
  8. Olanda
  9. Portogallo
  10. Belgio

Ma mentre l’Italia è al 5° posta tra i paesi prescelti, il nostro Belpaese riesce a scalare di una posizione circa il numero di studenti in partenza. Considerando i dati dell’anno 2012/2013, su un totale di 268.143 studenti, dall’Italia sono stati ben 25.224 a fare le valigie.

Va anche ricordato che dal 2007 con l’Erasmus i ragazzi possono anche scegliere di fare un’esperienza lavorativa, scegliendo un’azienda che svolga attività attinenti al percorso di studi scelto.

Circa l’importo della borsa purtroppo non è elevatissimo, circa 270 euro al mese e certamente non copre tutte le spese per il viaggio e il soggiorno.

Care Unimamme, e voi? Avete avuto la possibilità di fare questa esperienza in prima persona? La consigliereste in ogni caso ai vostri figli? Pensate sia una opportunità  “fondamentale” per una crescita personale e negli studi?

(Fonte: Corriere)

Impostazioni privacy