Giornata mondiale della prematurità 2018: un patto per i nati pretermine

Mamma con neonato prematuro in braccio (iStock)

Giornata mondiale della prematurità 2018: un patto per i nati pretermine proposto dalla Società Italiana di Neonatologia (Sin).

Oggi, sabato 17 novembre 2018, ricorre la Giornata mondiale della prematurità, World Prematurity Day, fondata da alcune associazioni di genitori nel 2008, è diventata una ricorrenza internazionale nel 2011 ed è stata riconosciuta dal Parlamento Europeo. Ogni anno in questo giorno, gruppi e associazioni di genitori, medici, ospedali, società scientifiche che si occupano di neonati prematuri sono impegnati in attività, eventi e campagne di sensibilizzazione sul tema della prematurità.

L’obiettivo è quello di informare i futuri genitori, ma anche il pubblico in genere, sulle possibilità di nascita prematura, i rischi per i neonati e su come affrontare il problema. È importante anche che le persone conoscano quanto frequenti siano le nascite premature e come aiutare familiari e persone care che hanno avuto un bimbo prematuro.

Le campagne di sensibilizzazione aiutano a dare informazioni su temi poco trattati o trattati con superficialità, per una migliore consapevolezza, fare prevenzione e per dare la necessaria assistenza alle famiglie coinvolte, non solo medica e pratica, ma anche psicologica e morale.

A questo scopo, nella Giornata mondiale della prematurità 2018 la Società Italiana di Neonatologia (SIN) propone un “patto” per i nati pretermine tra tutti i soggetti e gli enti coinvolti.

Giornata mondiale della prematurità 2018

Nella Giornata mondiale della prematurità 2018 la Società Italiana di Neonatologia (SIN) e il Ministero della Salute lanciano una campagna di sensibilizzazione con lo slogan “Il neonato al centro del futuro“. L’obiettivo della campagna è sensibilizzare sul tema dei neonati pretermine, richiamare il valore dell’assistenza e sottolineare l’importanza della prevenzione dei fattori di rischio che possono favorire il verificarsi della prematurità.

A questo scopo, la Società Italiana di Neonatologia – SIN e il Ministero della Salute hanno realizzato un video, della durata di 30 secondi, che richiama l’attenzione su due aspetti:

  • l’assistenza nella prima ora di vita dei neonati pretermine,
  • il follow-up garantito nei primi anni di vita.

Neonati prematuri in Italia

In Italia, i neonati pretermine, ovvero prima della 37esima settimana di gestazione, costituiscono il 10% delle nascite totali, incidendo sulla mortalità neonatale per il 50% e su quella infantile per il 40%, con un forte impatto sul SSN (dati 2015-2017 sistema Neonatal network – Società italiana di neonatologia). Si tratta di bambini che, fin dai primi istanti di vita, hanno bisogno di terapie intensive neonatali adeguate, poiché non hanno ancora maturato del tutto organi e apparati e non sono ancora capaci di adattarsi alla vita fuori dal grembo materno. L’assistenza e le cure per garantire la sopravvivenza e ridurre i rischi di possibili di disabilità future sono fondamentali per quelli più piccoli, chiamati “molto pretermine” o “estremamente pretermine” (rispettivamente sotto le 32 o le 28 settimane di gestazione).

Per conseguire queste finalità, la Società Italiana di Neonatologia propone il patto per i prematuri, per migliorare l’assistenza, in particolare nel periodo successivo alla degenza ospedaliera. Un patto tra istituzioni e luoghi di cura, tra associazioni di volontariato e famiglie, tra tutti gli attori coinvolti nel percorso nascita, per tutelare i nati pretermine. L’associazione dei neonatologi lancia un appello per migliorare l’assistenza neonatale in tutto il Paese, un invito raccolto dal Ministero della Salute.

I neonati pretermine, cioè quelli che vengono al mondo prima della 37ma settimana di età gestazionale, sono una grande sfida per la neonatologia e per la società“, ha affermato Fabio Mosca il Presidente della Società Italiana di Neonatologia. “I neonati e le loro famiglie devono tornare al centro delle scelte politiche a tutti i livelli, e ancora di più questi piccoli neonati più fragili, che richiedono attenzioni particolari“.

La SIN invita soprattutto ad investire sull’attuale Rete dei Punti Nascita e delle Terapie Intensive Neonatali (TIN) che non risponde più, al Nord, al Centro e al Sud del Paese, alle mutate esigenze assistenziali e alla oggettiva disponibilità di risorse, carenti in particolare nelle regioni meridionali. Troppo poche le risorse dedicate alla cura del neonato prima e dopo la dimissione dalle Neonatologie, in particolare quelle umane, sia mediche che infermieristiche, afferma la SIN. Tra i problemi più urgenti c’è la carenza di neonatologi. Un problema da affrontare subito per continuare a garantire il buon livello delle cure neonatologiche in Italia, che presentano, comunque, grandi differenze regionali, con un rischio di mortalità neonatale del 39% superiore al Sud rispetto al resto d’Italia.

I punti in cui la SIN e le Neonatologie italiane intendono impegnarsi:

  • Garantire l’accesso 24 ore su 24 ai genitori in tutte le Terapie intensive neonatali (Tin): oggi, infatti, solo il 61% lo permette. La presenza dei genitori nella gestione quotidiana del neonato invece è indispensabile, per facilitare più precocemente possibile il legame con i genitori e per permettere a mamma e papà di occuparsi del proprio bambino nei diversi momenti della giornata. La permanenza dei genitori col neonato 24/24h riduce lo stress, agevola l’allattamento materno ed il contatto fisico tra genitori e neonati e aiutare la famiglia a partecipare alle decisioni cliniche che riguardano il proprio figlio.
  • Organizzare corsi di rianimazione neonatale per tutti i neonatologi, per assicurare la migliore assistenza possibile in sala parto in tutti i punti nascita italiani, fin dai primi importantissimi minuti di vita. Le cure nella prima ora di vita, la “golden hour”, possono influenzare in modo determinante le condizioni a distanza di questi neonati estremamente vulnerabili. È fondamentale che, in questo limitato intervallo di tempo, l’équipe medico-infermieristica applichi efficacemente le linee guida di riferimento.
  • Migliorare l’assistenza dopo la dimissione, con una rete di servizi di follow-up organizzata e strutturata, oggi sottodimensionata rispetto alle reali esigenze e troppo eterogenea a livello geografico. Invece questi servizi sono fondamentali per proseguire le cure dopo la degenza in ospedale e necessari ad effettuare la diagnosi precoce dei disturbi neurologici e sensoriali, con un inizio tempestivo del supporto riabilitativo e abilitativo.

La buona notizia per il nostro Paese è che l’Italia è uno dei Paesi con il più basso tasso di mortalità al mondo per neonati di peso inferiore a 1500 grammi (anche se con un rischio di mortalità neonatale del 39% superiore al Sud rispetto al resto d’Italia).

I dati del Vermont Oxford Network mostrano una mortalità nazionale dell’11,3% rispetto al 14,3% delle più importanti Tin a livello mondiale.

Che ne pensate unimamme? Siete d’accordo con i punti proposti dalla Società Italiana di Neonatologia? Quali proposte fareste, voi, per migliorare e rendere meno gravosa la situazione dei bambini prematuri e dei loro genitori?

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