“Ho creato questo strumento per aiutare mio fratello con la Sindrome di Down” dichiara un ingegnere di Google – FOTO

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Un ingegnere di Google aiuta il fratello disabile con la tecnologia.

Lorenzo Caggioni, ha 39 anni, è laureato in Fisica e vive e lavora a Milano, presso Google, dove si occupa dei clienti che vogliono implementare le loro soluzioni nel cloud.

Un ingegnere aiuta il fratellino disabile a vivere come gli altri

Lorenzo ha un fratello di nome Giovanni, di 21 anni, non vedente, con la Sindrome di Down e che non è in grado di parlare.

Per lui, suo fratello maggiore si è dedicato, da due anni, a un progetto chiamato Diva, DiVersely Assisted.

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Diva è un pulsante collegato a un chip programmabile capace di trasferire il comando all’assistente di Google e, dunque, a Google Home. Una sorte di “assistente vocale” per chi come Giovanni non può parlare!

Se si preme il pulsante, l’assistente agisce come se stesse rispondendo a un’interrogazione vocale o testuale, facendo partire canzoni o altro.

Il suo obiettivo era quello di aiutare il fratello disabile ad essere più autonomo.

“Aiutare mio fratello a essere autonomo, ma soprattutto a compiere i nostri stessi gesti”.

Intervistato da Qui Finanza Lorenzo ha raccontato un po’ più nel dettaglio la storia di lui e della sua famiglia e di come è nata l’idea di DIVA: “Il progetto nasce  dal desiderio di voler aiutare mio fratello Giovanni, che è nato nel ’97 affetto dalla sindrome di Down. All’età di 1 anno, Lorenzo ha avuto un’altra sindrome che si chiama sindrome di West, da cui ora è guarito. Questa seconda malattia ha però peggiorato ulteriormente la situazione degli occhi – infatti adesso è quasi totalmente cieco – e la stessa ha fermato ulteriormente l’aspetto cognitivo e la possibilità di parlare. Giovanni è un po’ il fratello che ha completato la famiglia: in tutto siamo in sei figli, cinque maschi e una femmina. I miei genitori hanno sempre dato “pari opportunità” a tutti noi, compreso Giovanni e anche io ho finito per interiorizzare questo valore. Da lì ho iniziato a capire l’importanza del fatto che Giovanni potesse avere accesso agli strumenti e ai device a cui tutti i suoi amici e il resto dei fratelli avevano accesso. Con dentro questo seme, ho iniziato ad aiutare personalmente Giovanni ad alimentare la sua autonomia nell’ascoltare musica, creando dei device con cui potesse essere autonomo. Però non si trattava dello stesso modo e degli stessi servizi attraverso cui i suoi amici ascoltavano la musica e guardavano film. Raccontando questo desiderio ai miei colleghi, nello stesso periodo in cui iniziava a diffondersi il Google Assistant e il Google Home, abbiamo pensato di lavorare su un progetto che sfruttasse questa tecnologia.”

Inizialmente Lorenzo e i colleghi avevano creato una scatola di cartone con una cassa integrata.

“Era un buon primo passo, ma lo rendeva autonomo senza essere del tutto inclusivo ha aggiunto l’ingegnere.

Giovanni infatti va pazzo per la musica pop, in modo particolare per Max Pezzali.

Il progetto su cui ha lavorato Lorenzo si lega bene alla tendenza del momento, cioè quella di usare lo streaming e i vari assistenti Google, Alexa o Siri. I cubotti tramite cui vengono diffusi contenuti audio e video riducono al minimo la fase in cui l’utente impartisce il comando.

Grazie a questo nuovo strumento Giovanni può comportarsi come tutti i ragazzi della sua età che si siedono sul divano e fanno partire un film, nel suo caso: Alla ricerca di Nemo.

L’evoluzione successiva sarà quella di integrare il tag Rfid, piccole etichette elettroniche da applicare agli oggetti che fungeranno da pulsante. Per esempio un peluche di Nemo potrebbe essere usato per far partire il film.

Lorenzo Caggioni sogna di consentire al fratellino ancora più autonomia e inclusione:”permettere a Giovanni di fare ancora più cose in casa, come aprire le tapparelle”.

Unimamme, cosa ne pensate di questa bella invenzione di cui si parla su Il Corriere?

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