“Ho rischiato di perdere mio figlio Leo”: il dramma di Rudy Zerbi (FOTO)

Noi tutti ricordiamo Rudy Zerbi come il simpatico giudice di Amici, ma è un uomo, come tanti, che ha vissuti i suoi drammi.

Forse non sapete che Zerbi ha scoperto che il suo papà biologico non era chi credeva che fosse, solo a 30 anni.

Fino ad allora pensava che Giorgio Ciana, l’uomo che l’aveva cresciuto, fosse il suo papà naturale, senza trascurare il terzo papà: Roberto, che l’aveva riconosciuto alla nascita.

Il padre biologico invece era Davide Mengacci, il noto presentatore italiano.

“Quando ho scoperto di Davide a quell’età ho dovuto ripensare al mio passato e a quello che ho vissuto” ha dichiarato in un’intervista.

Ricucire il rapporto, dopo tanto tempo, non è stato facile.

Nel 2013 Zerbi aveva scritto un messaggio sul padre biologico.

“Non vedo mio papà da un pò di tempo. Lui lavora, io lavoro, non è facile incontrarsi ma lo penso spesso. Il nostro non è un rapporto semplice, però so che lui mi vuole bene e io altrettanto”.

Quando Rudy Zerbi è diventato padre a sua volta ha vissuto un altro dramma.

Tre anni fa il prof. di Amici ha raccontato su Il Giornale la sua storia.

La sua compagna, Maria, era rimasta incinta del suo ultimo figlio, Leo, ma al settimo mese di gravidanza ha avuto un grave problema: un distacco totale della placenta mentre era a casa da sola.

 “Io ero in studio, con il telefono staccato. Gli assistenti hanno cominciato a farmi cenno di uscire, ma io dicevo: un attimo, abbiamo quasi finito.”

“È dovuto venire il produttore a prendermi per un braccio. Quando sono arrivato ALL’OSPEDALE le infermiere piangevano:stavano morendo sia Maria sia Leo. L’hanno fatto nascere in corridoio ma, una volta nato, aveva bisogno di cure speciali e solo pochi ospedali a Roma hanno le incubatrici per i prematuri gravi, e quel giorno erano tutte piene.”

Il figlio di Zerbi si è salvato e così pure la sua compagna, lui ha avuto solo parole di riconoscenza per gli infermieri che soccorrono le persone in emergenza.

Ci hanno mandati al Casilino, un ospedale di periferia. Lì mi sono reso conto che, nell’emergenza, chi fa la differenza sono proprio gli infermieri, gente che fa fatica ad arrivare alla fine del mese, che lavora, condivide e piange con te. I bambini che salvano diventano i loro figli, ti chiamano quando torni a casa, ti chiedono di mandare le foto, organizzano una festa all’anno per incontrare di nuovo i bambini salvati. Lì vedi la verità”.

Unimamme, cosa ne pensate di quanto raccontato da Zerbi su Il Giornale e della sua esperienza?

Noi vi lasciamo con un approfondimento sulla placenta accreta.

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