Ibby Italia crea una biblioteca per ragazzi a Lampedusa

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Costruire una biblioteca per ragazzi a Lampedusa, è questo l’obiettivo del progetto di cooperazione internazionale promosso da Ibby (International Board on Books for Young people), organizzazione no profit che si impegna nel facilitare l’incontro tra libri, bambini e ragazzi in tutto il mondo.

‘Libri senza parole. Dal mondo a Lampedusa e ritorno’ è il nome dell’ambiziosa campagna pensata per l’isola tristemente salita all’attenzione dei media negli ultimi mesi a causa degli sbarchi clandestini, tanto che spesso ci si dimentica come questa sia abitata anche da autoctoni, tra i quali ci sono 600 bambini.

Il progetto ‘Libri senza parole’ si articola in due fasi fondamentali:

  • la costituzione di una biblioteca per ragazzi a Lampedusa, dedicata ai bambini e ragazzi che vivono sull’isola e ai giovani ospiti del Centro di Primo Soccorso e Accoglienza.
    La creazione di una biblioteca comunale nell’isola ha un valore altamente simbolico: l’isola di Lampedusa è il simbolo di tutti i luoghi remoti e questo progetto vuole soddisfare i bisogni di chi cresce lontano dalla lettura e da quei principi di tolleranza e di comprensione dell’altro che la lettura è in grado di stimolare.
  • la realizzazione di una selezione internazionale di silent book, ovvero libri senza parole che affidano il racconto alle sole immagini, annullando ogni barriera linguistica e culturale, in collaborazione con la rete IBBY International e il Palazzo delle Esposizioni di Roma.

La scelta dei libri per ragazzi che IBBY Italia vuole raccogliere e donare all’isola di Lampedusa non è casuale: i silent book infatti sono particolarmente adatti a stimolare e facilitare l’incontro tra bambini di origini diverse e, al tempo stesso, utili per gettare solide basi per l’apprendimento di un vocabolario delle immagini, fondamentale nel mondo della comunicazione globalizzata.

Sicuramente un progetto ammirevole e tristemente attuale, vista l’ondata di sbarchi che ha colpito l’isola subito dopo il suo inizio. Un motivo in più per sostenerlo, non trovate? 🙂

 

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