Mente sull’uso della pillola e diventa madre: il partner la denuncia

donna incinta pillola

Il caso risale a circa tre anni fa, quando un medico e una giovane donna ebbero una breve relazione, durata circa due mesi.

Nel periodo in cui si sono frequentati, durante i rapporti sessuali, la donna avrebbe mentito al partner dicendogli che faceva uso della pillola anticoncezionale. Terminata la relazione, dopo un po’ di tempo la giovane ha chiamato l’ex partner per dirgli che era rimasta incinta.

Donna incinta dopo aver mentito sulla pillola viene denunciata dal partner

Divenuto padre con l’inganno e contro la sua volontà, l’uomo non ci ha pensato due volte a citare la ex partner in giudizio: l’ha infatti denunciata  con la richiesta di un risarcimento per “danno emotivo”, dovuto allo shock e allo stress di essere diventato padre senza il suo consenso. Nella sua denuncia l’uomo ha sostenuto che l’inganno sull’uso della pillola perpetrato dalla ex compagna nei suoi confronti lo aveva privato del diritto di scegliere quando e con chi avere un figlio.

Depositata la richiesta di risarcimento presso il tribunale, ben 4 milioni di dollari, la giustizia però gli ha dato torto. I giudici, sia di primo che di secondo grado, hanno stabilito che la sua causa non ha alcun fondamento. Quindi la domanda è stata respinta senza che si andasse a processo.

Il tribunale dell’Ontario, siamo infatti in Canada, ha stabilito che la donna non può essere citata in giudizio.

Il caso è emerso in questi giorni a seguito di una importante decisione della Corte di Appello. La Corte ha confermato la decisione di primo grado, spiegando che il comportamento della donna non è sufficiente per aprire un processo nei suoi confronti. Non si può ritenere una madre responsabile per le conseguenze emotive negative che un uomo possa aver sofferto per essere diventato padre a sua insaputa.

Consentire al  padre di ottenere un risarcimento dalla madre per la nascita di un bambino non desiderato andrebbe contro ad una chiara indicazione del diritto di famiglia, che vuole evitare che i partner si attribuiscano la colpa l’un l’altro. Le leggi dell’Ontario, infatti, impongono gli stessi obblighi ai genitori, senza tenere conto di eventuali colpe o intenzioni, nell’interesse migliore per il bambino.

Il tribunale ha anche vietato la pubblicazione del nome dei genitori, per proteggere il bambino.

Il giudice ha specificato che un eventuale richiesta di danno per dichiarazione fraudolenta della donna sull’assunzione della pillola avrebbe potuto essere avanzata solo per danni economici e non per stress emotivo. Come invece ha sostenuto l’uomo.

Secondo i giudici lo stress emotivo causato da una paternità non pianificata e non voluta non comporta un vero e proprio danno emotivo risarcibile. Tanto più che l’uomo non ha subito alcuna lesione fisica né alcun danno emotivo patologico. La sua richiesta, pertanto, è senza fondamento. E non può dare luogo ad una causa per danni.

Infine, come si legge su CTVNews, i giudici hanno riconosciuto che avere rapporti con una donna che prende la pillola, senza usare altre protezioni, comporta comunque una piccola percentuale di rischio di gravidanza indesiderata. Non avendo usato altre precauzioni, l’uomo si è esposto a questo rischio e quindi la sua domanda va respinta.

Del resto non è impossibile rimanere incinte anche quando si prende la pillola, come vi abbiamo raccontato qualche tempo fa.

E voi Unimamme cosa pensate di questa storia? Chi ha ragione secondo voi? Hanno fatto bene i giudici?

VIDEO: Gravidanza, pillola anticoncezionale e familiarità sono fattori di rischio?

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