Litigi e insulti nei talk-show, quale messaggio arriva ai nostri figli?

 

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Non passa giorno che in televisione si possa assistere a qualche rissa verbale, e a volte anche fisica, in qualche talk show politico o programma affine. Dalla mattina alla sera politici, economisti, giornalisti, uomini comuni, conduttori si trovano a litigare alzando i toni e superando i limiti della decenza.

L’arretramento culturale ha portato a sconfinare anche nell’insulto personale. Le continue emergenze che ci tengono allarmati: in questi ultimi mesi vedi il terrorismo dell’Isis, la diaspora dei migranti, il fallimento della Grecia e le inquietanti analogie con l’Italia, la disoccupazione giovanile e non etc. etc.

Un involgarimento a cui assistiamo anche con morbosa curiosità, solleticati dal litigio a cui assistere senza doversi affacciare alla finestra o rallentare il passo quando ci troviamo in giro per la città. I conduttori di tali circhi sembrano alla continua ricerca di personaggi spendibili per la litigata alza share.

Non è una trovata di questi ultimi tempi da parte dei “guru” della televisione, è dai fasti dell’irascibile Sgarbi che questo giochetto trova sempre nuova linfa. E le donne non sono da meno, da qualche tempo a questa parte, lasciando da parte ogni eleganza femminile si gettano in diatribe che puntualmente non approderanno a conclusioni con buon senso o a trovare soluzioni del problema in questione.

Molto spesso i nostri piccoli figli sono spettatori passivi di questi deliri e mi domando sempre più spesso come metabolizzino questo modus operandi. Lo vivono come normalità: farsi scoppiare le coronarie davanti a qualcuno con idee diametralmente opposte alle nostre diventa uno stile di vita. Accapigliamenti in ogni dove fatti respirare a bambini, senza uno spirito critico sviluppato, può essere più pericoloso della visione di un film horror.

Nel dubbio, ho cominciato a cambiare canale ogni volta che due tizi cominciano ad accapigliarsi.

E voi, cari Unigenitori, che ne pensate delle risse verbali al plasma.

 

(Fonte: Il Fatto Quotidiano)

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