Mestoli e utensili da cucina in plastica: è allarme chimico

Mestoli ed utenti in plastica
Mestoli e utensili da cucina in plastica: è allarme chimico – Universomamma.it

Attenzione all’uso di mestoli ed utensili in plastica possono essere pericolosi per la nostra salute. L’allarme del BfR dalla Germania.

In cucina, spesso, i classici mestoli di legno e di acciaio sono stati sostituiti da mestoli e utensili in poliammide. In primo luogo perché con quest’ultimi si evita di graffiare pentole e padelle e poi perché a differenza di quelli in legno possono essere lavati in lavastoviglie facilitando così il lavoro. Dalla Germania arriva però un’allarme che riguarda proprio questi mestoli. L’istituto tedesco per la valutazione del rischio, il Bfr, ha diffuso un documento in cui lancia l’allerta sulla plastica utilizzata per questi strumenti e invita a limitare il più possibile il contatto di questi utensili con il cibo, soprattutto quando è caldo, per la migrazione di alcune componenti di questo materiale.

Allarme per mestoli ed utensili in plastica: rilascio di sostanze pericolose

Come riportato anche da Il Fatto Alimentare, le sostanze che potrebbero essere pericolose presenti nella poliammide sono degli oligomeri ciclici, costituiti da poche unità chimicamente molto simili, che si possono formare non intenzionalmente durante la produzione della plastica. La poliemmide è una plastica che viene utilizzata per realizzare molti degli strumenti che si usano in cucina. I composti nocivi sarebbero quelli derivanti da due poliammidi, una chiamata PA 6 (sostanza di partenza: caprolattame) e l’altra PA 6,6 (sostanze di partenza: acido adipico ed esametilendiammina).

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Queste sostanze migrano in concentrazioni maggiori nel cibo quando i mestoli entrano in contatto soprattutto con gli alimenti caldi. Sarebbe necessario limitarne l’uso o evitare il più possibile il contatto con alimenti che superano i 70°C. Inoltre il Bfr invita i produttori affinché eseguano dei test specifici attenendosi a quanto indicato dall’Efsa su questi materiali. Bisogna prestare attenzione anche alla realizzazione degli strumenti in modo da riuscire a ridurre al minimo la migrazione di queste sostanze.

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Non esistono ancora dei dati sperimentali certi sulla pericolosità di questi composti e per questo non ci sono dei limiti di assorbimento. Il Bfr si è basato sul principio della soglia di allarme tossicologico, studiato apposta per le sostanze la cui tossicità non è nota. Nel caso degli oligomeri derivati delle poliammidi, la classe scelta è stata la III, che ha come limiti di sicurezza 90 microgrammi per una persona dal peso di 60 chilogrammi. Considerando la concentrazione nel cibo, il BfR afferma che ogni giorno, in teoria, possono essere assunti alimenti che abbiano 5 milligrammi di oligomeri ciclici per kg di cibo.

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Purtroppo, anche se non ci sono dati certi, sembrerebbe che la quantità di PA che può essere rilasciata può essere superiore a tale limite, a volte di molto. Questo dato è riferito ad uno studio del 2016/2017 nel quale sono stati testati 33 utensili. Di questi, 23 avevano valori di migrazione inferiori ai 5 mg/kg, ma per i restanti 10 i valori erano superiori. Ad oggi, gli esperti affermano che l’assunzione di livelli elevati di queste sostanze non sono genotossici, cioè non arrecano danni al DNA. I danni che possono provocare riguardano il fegato e la tiroide, soprattutto se assunti in alte dosi.

Voi unimamme eravate a conoscenza di questa allerta? Voi usate in cucina i mestoli di plastica?

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