“Mi ha chiamato stupido”: ragazzo autistico fa causa alla palestra e la vince

ragazzo autisticoCare unimamme, abbiamo più volte sottolineato l’importanza delle parole, soprattutto se usate per offendere e ferire. Nel caso poi il bersaglio sia una persona disabile, è ancora peggio.

E la storia che vi raccontiamo oggi ne è la prova.

Ragazzo autistico si difende da solo e vince la causa contro chi gli ha dato dello stupido

Un ragazzo di 30 anni, autistico, è stato deriso mentre era in palestra dal suo istruttore che l’ha chiamato “stupido” davanti a tutti.

L’episodio è avvenuto nel 2015 e Ketan Aggarwal, questo il nome del ragazzo, era in una palestra della Virgin Active a Londra. Durante una lezione di fitness riferendosi alla musica, si è lamentato del fatto che fosse troppo lenta. Di fronte a questo suo commento, l’insegnante si è arrabbiato e gli ha dato dello stupido.

Ketan però non è rimasto inerme: ha deciso di reagire studiando legge da autodidatta e di fare causa alla palestra. Causa che ha vinto.

Commentando la sua vittoria, Ketan ha detto: “Mi ha chiamato ‘stupido’. Chiamare qualcuno con una disabilità mentale ‘stupido’ è come deridere un ragazzo su una sedia a rotelle. Se fossi stato così stupido non avrei concluso con successo la causa. Ci sono voluti due anni e del duro lavoro, non sono un avvocato e ho dovuto studiare. Ho vissuto in biblioteca e ho scaricato del materiale da internet. Ma ne è valsa la pena. Non tanto per i soldi, ma per principio“.

Ketan infatti oltre ad aver ottenuto il licenziamento dell’istruttore da parte della Virgin Active, si è visto riconosciuto un rimborso di 1390 sterline e le scuse formali del personale della struttura.

E voi unimamme cosa ne pensate di questa storia? Un ragazzo, Ketan, che ha dimostrato, per l’ennesima volta, che essere autistici non significa essere da meno.

Noi vi lasciamo con la storia di un ragazzo italiano autistico non verbale che si è laureato in Italia. Un altro chiaro esempio di come spesso siano proprio i pregiudizi a minare il percorso di questi ragazzi.

 

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