Il dolore della perdita può anche uccidere: la scienza spiega il perchè

uomo piange la moglie allettata

Dopo che noi di Universomamma abbiamo raccontato la storia d’amore tra Don e Maxine, i quali, mano nella mano, hanno abbandonato la vita terrena a poche ore di distanza uno dall’altra, ecco che alcuni ricercatori ci spiegano come ciò sia possibile.

Alcuni ricercatori dell’Università di Birmingham, in Inghilterra, hanno infatti scoperto che la motivazione per la quale in vecchiaia non si riesce a sopravvivere alla scomparsa del coniuge per molto tempo è da addurre al dolore. Già, proprio così. Gli studiosi sostengono che in età avanzata il nostro sistema immunitario reagisce in modo diverso al dolore e al lutto. Non è facile, dopo tanti anni di vita insieme, abituarsi al letto vuoto, cambiare le abitudini e lo stile di vita.

Dalla ricerca, pubblicata sulla rivista Immunity and Ageing, si evince che a causare la morte sia proprio il dolore per la perdita del compagno, o della compagna, di vita che sembra influenzi, in modo negativo, gli ormoni dello stress.

La ricerca è stata condotta su 93 persone di cui

  • 41 con un’età di circa 30 anni, e
  • 52 di 75 anni

alcuni provavano un gran dolore per la perdita del coniuge e altri, chiaramente, no. I ricercatori hanno misurato il dolore per il lutto subito costatandone l’effetto su

  • neutrofili, una specie di globuli bianchi necessari per difenderci e combattere le infezioni
  • cortisolo, meglio conosciuto come “ormone dello stress”, e
  • DHEAS, deidropiandrosterone solfato, un ormone maschile meglio noto come “ormone della giovinezza”

scoprendo che gli anziani con un forte lutto avevano

  • una funzione immunitaria davvero bassa,
  • una funzione dei neutrofili più ridotta rispetto a quella dei giovani,
  • degli elevati livelli dell’ormone dello stress.

Tutto ciò sta a significare che negli anziani che hanno subito un forte dolore, una perdita, le difese si riducono di molto compromettendo l’intero sistema immunitario.

Anna Phillips, ricercatore in medicina comportamentale presso l’Università di Birmingham nonché autrice della ricerca in questione sostiene “La ragione è che gli anziani hanno già un sistema immunitario invecchiato e quindi meno in grado di rispondere a nuovi patogeni. Abbiamo bisogno di ormoni bilanciati per mantenere il nostro sistema immunitario sotto controllo, ma dopo i 30 anni la quantità di DHEAS che produciamo inizia a diminuire. Gli anziani che hanno partecipato allo studio avevano infatti il 20% di DHEAS in meno rispetto alla quantità che avevano in gioventù”. La ricercatrice continua poi dicendo “Tutti conosciamo storie di qualche anziano che muore e l’altro coniuge, perfettamente sano, se ne va poco dopo. Con lo stress da lutto i neutrofili smettono di funzionare bene, e può succedere che se l’anziano vive un trauma – come una caduta o una broncopolmonite – diventi più sensibile a nuove infezioni”.

Ecco svelato il motivo. Quindi unimamme, ora che lo sappiamo,  cerchiamo di star loro piu’ vicini possibili…

(Fonte: huffingtonpost.it)

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