Non hai un lavoro e non hai soldi, è ora che “esci” dal nido!

giovani e lavoro

Le ultime statistiche europee rilevano che i ventenni, trentenni, italiani, sono tra coloro che rimangono più a lungo in famiglia. Possibile che non ci sia una soluzione a questo protrarsi smisurato dell’adolescenza a scapito del conseguimento dell’indipendenza sociale ed economica?

A quanto pare anche al di là dell’Oceano questo tema è molto sentito, ma diversamente dal Vecchio Continente, circola qualche idea in più sul da farsi.

Secondo alcune rilevazioni dei Servizi Sociali Canadesi:

  • nel 2010 circa il 51% dei giovani tra i 20 e i 29 anni viveva ancora insieme ai genitori.

Difficoltà oggettiva di trovare un lavoro che renda i giovani capaci di mantenersi e la perdurante crisi, sono alcuni degli ostacoli maggiori sulla strada dell’autonomia.

La co-autrice di No Quite Adult, Barbara Ray, esprime il suo punto di vista sulla questione citando come esempio la propria esperienza personale e raccontando come, nonostante tutte le difficoltà, andare a vivere da sola a 23 anni, sia stata la mossa giusta per la sua carriera.

Lavorare e vivere per conto proprio è un modo per costruire la fiducia in se stessi dichiara la Ray “vivere da soli, andare al lavoro tutti i giorni potrà non essere molto glamour, ma è la prova che ci stiamo impegnando per raggiungere un obiettivo”.

Dover lottare per mantenere la propria autonomia aiuta a sviluppare qualità richieste dalla nuova economia come:

  • grinta
  • determinazione
  • ambizione.

Elementi che si faticano a trovare nelle nuove generazioni cresciute con tutti gli agi conquistati dai genitori.

In sostanza Barbara Ray sostiene che i genitori della classe media indulgano nel cercare di proteggere i figli il più possibile, finendo però col danneggiarli. I ragazzi infatti non hanno più la motivazione a rendersi indipendenti e si lasciano crogiolare nella pigrizia.

Ancora più dura è la blogger finanziaria Bridget Casey, curatrice di Soldi dopo la laurea. Lei sostiene che non ci sono scuse e che nemmeno i debiti accumulati per pagarsi gli studi (onere molto sentito in America), possono ritardare l’uscita dal nido.

Non sarei riuscita a ripagare il mio debito di 21 mila dollari in soli due anni se, nel frattempo, avessi continuato a vivere con i miei genitori” dichiara fiera Bridget.

Un’altra scusa che usano i ragazzi americani per non affrancarsi è di stare mettendo via i soldi, ma a meno che non si tratti di qualcosa di concreto come il denaro per l’affitto, allora si sta solo scroccando ai propri genitori.

La terza e la quarta scusa sono quelle più comuni:

  • essere disoccupati
  • non avere soldi.

Bridget osserva che molti suoi amici, pur avendo un lavoro, aspettavano di ottenerne uno che appagasse le loro ambizioni e quindi erano restii ad accettare proposte in un settore meno remunerativo.

Il punto è che avere delle esigenze immediate riguardanti:

  • cibo
  • riparo

sono le molle fondamentali per trovare un lavoro. Se invece il vostro obiettivo è fare carriera e avere molti soldi, questo dovrebbe spingervi a iniziare anche dal basso e a darvi poi da fare per raggiungere la posizione che desiderate.

Al mondo niente ci viene dato gratis, dovremmo ricordarcelo sempre.

E voi unimamme avete figli già grandi che vivono con voi? Quali sono i motivi che ritardano la loro uscita dal nido? Non è che li state “coccolando” troppo?

Parlatene con noi se vi va.

 

 

 

 

 

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