“Mio figlio è il mio migliore amico, ma sono anche sua madre”: è giusto?

Si può essere amici dei figli? Se si ascoltano gli esperti, a questa risposta si dovrebbe rispondere con un secco no. E direi che decisamente mi trovo d’accordo anch’io: un genitore deve essere una guida, uno che insegna l’educazione e il rispetto, anche a costo – in certi momenti – di farsi odiare e di non sentirsi dire delle belle parole.

Ci sono dei genitori che per paura di perdere il rapporto di confidenza con i propri figli non li puniscono, non dicono loro che stanno facendo qualcosa di sbagliato.

Personalmente mi auspico di essere un punto di riferimento per le mie figlie e che possano sentirsi libere di dirmi quello che sentono e che provano senza il timore di essere giudicate, ma persino Lorelay di “Una Mamma per amica” – la mamma che tutti vorrebbero – ad un certo punto della storia ha litigato con sua figlia Rory perché stava prendendo una strada sbagliata. Vale a dire: sì al rapporto di fiducia, ma sono sempre vostra madre.

La pensa diversamente una mamma che ha voluto spiegare perché ha scelto di essere anche la migliore amica del figlio.

Mamme che hanno i figli come migliori amici 

Mio figlio è ancora piccolo, e mi dice tutto il tempo che io sono la sua migliore amica. Non c’è sentimento migliore che avere le sue braccia intorno al collo e ascoltarlo mentre dice “Tu sei la mia migliore amica, Mamma”. Mi riempie. Naturalmente, io pure gli dico che lui è il mio migliore amico. E lo intendo“.
Poi aggiunge: Mio figlio sa che non è il mio unico amico. Sa che ho anche degli amici adulti, come lui ha degli amici piccoli. E’ importante fare questa distinzione. Solo perché mi considera la sua migliore amica non significa che non ho amicizie con adulti. Non riverserei mai i miei problemi di persona adulta su mio figlio. C’è già abbastanza pressione su un bambino piccolo. Ma quando trascorriamo del tempo insieme, siamo così vicini. Ci piace guardare i cartoni insieme durante la giornata e io gioco con i treni o a colorare. Viene con me in cucina e mi guarda e chiacchiera mentre preparo la cena”. 

E precisa: “Sa che mi può dirmi tutto (…) ma sa anche che dovrà affrontare delle conseguenze per il suo comportamento. Ho sempre messo in chiaro che se fa qualcosa di punibile deve essere punito. La disciplina non è qualcosa da cui posso prescindere”.

A differenza di un amico, sa che posso allontanarmi da lui se dice o fa qualcosa che non mi piace. Sicuramente, potrei arrabbiarmi, ma conservo ancora il suo spazio tranquillo. E voglio mantenere la sua fiducia, così posso continuare a essere quel suo porto sicuro anche con il passare del tempo”. 

Per Sa’iyda insomma è solo una questione di distinzione dei ruoli e fa affidamento sul fatto che il bambino – anche se piccolo – li comprenda.

E voi unimamme cosa ne pensate? Io non ne sarei così sicura.

Intanto vi lasciamo con il post che parla di un racconto di maternità attraverso 15 bellissime foto.  

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