Popolari a scuola e adulti di successo? Non è sempre detto!

Cercare di convincere gli adolescenti che essere “fighi” o popolari non è tutto può essere un’impresa ardua se non impossibile. A quell’età essere circondati da amici alla moda, uscirci insieme, fare parte del gruppo giusto (che sembra uscito da un serial americano) è sicuramente una delle priorità.

ragazze popolari

Gli psicologi però consigliano di non prendere troppo sul serio queste tendenze giovanili. Uno studio cerca di scoprire cosa succede sulla lunga distanza a questo gruppo di ragazzi che vive un precoce successo.

Lo studio pubblicato su onlinelibrary.wiley.com è basato su i dati raccolti sulle vite di 180 ragazzi nell’arco di dieci anni e ha evidenziato un effetto chiamato “La riunione delle scuole superiori“. L’effetto si può sintetizzare in questi termini: una popolarità precoce non necessariamente si prolunga per tutto il resto della vita, anzi.

La tendenza mostra il contrario: questo tipo di ragazzi dimostra di avere più probabilità di andare incontro a problemi con droghe e alcol, e come se non bastasse più crescono e più mostrano maggiori problemi a gestire le amicizie.

Molto spesso la loro popolarità è scomparsa quando raggiungono i 22 anni e i loro coetanei a quel punto li vedono come meno maturi e meno competenti socialmente.

Il perché di questi risultati potrebbe essere spiegato in una continua ricerca della popolarità perduta e quindi in una ricerca di comportamenti sempre più d’effetto che però falliscono nell’impressionare gli altri.

ragazzi popolari

Anche l’incidenza di comportamenti criminali è maggiore. Un ruolo in questa visione del “più veloce, più eccessivo, meglio è” potrebbe anche essere insegnata dai media che promuovono un modello di questo tipo.

In ogni caso, più che mettere una spada di Damocle sulla testa di chi è più popolare, è importante sottolineare come spesso i bambini più quieti, meno appariscenti e forse anche un po’ solitari, possano poi sul lungo termine avere una vita piena e di successo. Basta attendere.

E i vostri figli, unimamme, come sono oggi?

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