Rapporto sull’evento nascita in Italia: ecco i dati 2010

Quante donne si ritrovano sole in sala parto? Quante ricorrono alle cure delle strutture private? Quante scelgono di essere madri oltre i trenta? E quante lo diventano attraverso un taglio cesareo?

Intorno all’universo delle nascite, i sondaggi e le statistiche sono all’ordine del giorno: per monitorare la salute e lo sviluppo di un Paese sembra che scoprirne le abitudini legate alla natalità sia una via più che sicura. Se si fanno tanti figli vorrà dire che c’è fiducia nel domani, che le cose non vanno poi tanto male e che allargare la famiglia appare una possibilità abbordabile. Come sarà messa allora l’Italia?

Per questo 2013 ancora non è dato saperlo: se infatti è vero che numerosi sono gli studi sull’argomento è altrettanto vero che solo uno appare veramente approfondito, affidabile e, per così dire, ufficiale. Il Rapporto sull’evento nascita in Italia promosso dal Ministero della Salute.

Recentemente è stato diffuso il rapporto relativo al 2010: ben tre anni son trascorsi ma chissà che i dati non possano comunque illuminarci circa il destino dell’Italia e dei suoi figli. Diamo un’occhiata ai dati.

Caratteristiche dei punti nascita (531 in totale)

  • 88,2% dei parti avviene negli Istituti di cura pubblici,
  • 11,8% nelle case di cura,
  • 0,1% altrove.

Nelle Regioni in cui è rilevante la presenza di strutture private accreditate rispetto alle pubbliche, quali Lazio, Campania, Calabria e Sicilia, le percentuali sono sensibilmente diverse:

  • 67,9% dei parti si svolge in strutture dove avvengono almeno 1.000 parti annui.
  • 7,1% dei parti ha luogo invece in strutture che accolgono meno di 500 parti annui.

 

Cittadinanza delle madri
Ben 18,3% dei parti è relativo a madri di cittadinanza non italiana: tale fenomeno è più diffuso al centro nord dove oltre il 25% dei parti avviene da madri non italiane; in particolare, in Emilia Romagna e Lombardia, quasi il 28% delle nascite è riferito a madri straniere.

Le aree geografiche di provenienza più rappresentative, sono:

  • Africa (26,9% delle mamme non italiane)
  • Unione Europea (25,5%)
  • Asia (18,4% )
  • Sud Americana (8,6%).

 

Età materna

  • L’età media della madre è di 32,6 anni per le italiane
  • 29,3 anni per le cittadine straniere.

L’età media al primo figlio è:

  • superiore a 31 anni per le donne italiane in quasi in tutte le Regioni, con variazioni sensibili tra le regioni del nord e quelle del sud;
  • 27,7 anni per le donne straniere.

 

Scolarità e condizione professionale delle madri

Sul totale delle madri italiane:

  • 44,2% ha una scolarità medio alta,
  • il 33,3% ha una scolarità medio bassa
  • il 22,5% ha conseguito la laurea.

Fra le straniere prevale invece una scolarità medio bassa (51%).

Passando alla condizione professionale si ha che:

  • il 59,4% delle madri ha un’occupazione lavorativa,
  • il 30,7% sono casalinghe e
  • l’8% sono disoccupate o in cerca di prima occupazione.

Distinguendo tra straniere e italiane, la condizione professionale delle donne che hanno partorito nel 2010 è:

  • il 54,8% delle straniere è quella di casalinga
  • il 65,7% delle donne italiane hanno invece un’occupazione lavorativa.

 

Visite ed esami in gravidanza
Parlando dei dati relativi alle visitie ostetriche, il numero delle stesse è stato:

  • nell84,6% delle gravidanze  superiore a 4 
  • nel 73,2% delle gravidanze si effettuano più di 3 ecografie.

Circa invece la prima visita, essa viene effettuata oltre la 12° settimana da:

  • il 2,9% delle donne italiane
  • il 13,8% delle donne straniere

Le donne con bassa scolarità si sottopongono alla prima visita più tardivamente delle donne con scolarità medio-alta (la prima visita è effettuata oltre la 12° settimana dal 9,9% delle donne con bassa scolarità e dal 3% delle donne con scolarità alta).

Per le donne più giovani si registra una frequenza più alta di casi in cui la prima visita avviene tardivamente (13,3% nelle madri con meno di 20 anni).

Parlando di amniocentesi, si ha che:

  • in media, sono state effettuate 13,6 amniocentesi ogni 100 parti.
  • la percentuale sale al 38,72% per le  madri con più di 40 anni a livello nazionale.

 

Presenza di familiari al parto

Nei parti vaginali, la donna ha voluto accanto a sè al momento del parto:

  • nel 90,20% dei casi il padre del bambino,
  • nel 8,64% un familiare
  • nell’1,16% un’altra persona di fiducia.

 

Parti cesarei
In media, il 37,5% dei parti avviene con taglio cesareo, con notevoli differenze regionali .

Rispetto al luogo del parto si registra

  • nelle case di cura accreditate il 58,3% dei parti avviene con oarto cesareo
  • negli ospedali pubblici la percentuale scende al 34,6%.

Rispetto alla nazionalità delle madri:

  • nel 28,8% dei parti di madri straniere si ricorre al taglio cesareo
  • nel 39,5% nei parti di madri italiane.

 

Caratteristiche dei neonati e mortalità

Circa il peso alla nascita si registra:

  • l1% dei nati ha un peso inferiore a 1.500 grammi
  • il 6,2% tra 1.500 e 2.500 grammi
  • il 93,7% superiore ai 2500 grammi.

Nei test di valutazione della vitalità del neonato tramite indice di Apgar,

  • il 99,2% dei nati ha riportato un punteggio a 5 minuti dalla nascita compreso tra 7 e 10
  • solo lo 0,8% al di sotto di 7.

Infine, sono stati rilevati 1.510 nati morti, corrispondenti ad un tasso di natimortalità pari a 2,72 nati morti ogni 1.000 nati.

Il ricorso ad una tecnica di procreazione medicalmente assistita (PMA) risulta effettuato in media 1, 38 gravidanze ogni 100.

Parlando di tecniche utilizzate:

  • la prima è stata è stata la fecondazione in vitro con successivo trasferimento di embrioni nell’utero (FIVET),
  • a seguire il metodo di fecondazione in vitro tramite iniezione di spermatozoo in citoplasma (ICSI).

 

Questi sono i numeri, ma voi cosa ne pensate? Il futuro del Paese sarà davvero nascosto in simili cifre?

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