Romeo e Giulietta, ovvero “ama e cambia il mondo”.

Tale è stato il successo che verrà replicato fino al 6 gennaio al Gran Teatro di Roma  ‘Romeo e Giulietta, ama e cambia il mondo’, musical prodotto da David Zard che sta girando a tappe tutta l’Italia.

Di bambini ce ne erano molti, di ragazzine pure, in estasi per i loro beniamini, una volta tanto ragazzi normalissimi, attori in carne ed ossa e non icone pop irraggiungibili e per le quali tocca fare chilometri e chilometri e poi file chilometriche pur di assistere ad un concerto. ‘Oddio Mercuzio mi ha fatto l’autografo’è stata la prima cosa che ho sentito appena parcheggiata la macchina vicino al teatroOddio è bellissimooooooo!!!!’.

Già, perchè gli attori del musical sono pure raggiungibili e puo’ addirittura capitare che firmino un autografo, ‘Ha scritto anche il mio nome!!!!’. Del resto gli ingredienti per il successo dell’operazione ci sono tutti:

  • La storia d’amore più bella di tutti i tempi (si, lo confesso, anche stavolta ho sperato per un finale diverso)
  • Il più importante produttore di musical in Italia
  • Scenografie e proiezioni curate e suggestive
  • Cantanti e ballerini bravissimi.

Unico neo, ahimè, la recitazione, che purtroppo nei musical italiani è sempre un po’ carente. I motivi per andare però ci sono tutti, anche con la famiglia intera, per godere insieme di un pomeriggio a teatro ( in alcuni giorni gli spettacoli iniziano alle 16), assistendo ad uno spettacolo coinvolgente, colorato, ritmato, commovente e giovane.

Già, perchè i beniamini di questo musical sono proprio i protagonisti più giovani per le nostre adolescenti, non ce ne vogliano le strepitose Lady Capuleti, Lady Montecchi e la magnifica balia dalla voce che ipnotizza.

Un po’ diversa la storia per i bimbi più piccoli: lo spettacolo dura ben tre ore e non tutti vengono rapiti dall’intensità della storia, non tutti riescono a star fermi sulla sedia. Dai 10 anni in giù, valutate a seconda del bambino se sia il caso di portarlo; per il resto, questa è una occasione per far riflettere le vostre ‘Violette’ e ‘One directioner’, facendo godere loro del lavoro di chi è sì sul palco, ma sempre con i piedi per terra.

 

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