Smog e asma: un rapporto che va spezzato

Il 2013 è l’anno dell’aria per la Comunità Europea. Un’iniziativa che vuole richiamare l’attenzione su temi come l’inquinamento delle nostre città e le conseguenze sulla nostra salute.

Uno studio recente,  pubblicato su su European Respiratory Journal, ribadisce il rapporto di causa ed effetto tra lo smog e l’asma dei bambini. I ricercatori dell’”Istituto svizzero per la salute pubblica e tropicale di Basilea” e del “Centro per la ricerca in epidemiologia ambientale di Barcellona” sono arrivati alla conclusione che possiamo leggere anche sul sito de La Stampa:L’esposizione allo smog da traffico urbano è responsabile di asma nei bambini tanto quanto il fumo passivo. E’ quanto è emerso da un’indagine condotta in 10 città europee, secondo cui il 14% dei casi di asma nei minori è dovuto allo smog respirato nelle strade più trafficate.”

Le dieci città in questione sono:

  • Barcellona,
  • Bilbao,
  • Bruxelles,
  • Granada,
  • Lubiana,
  • Roma,
  • Siviglia,
  • Stoccolma,
  • Valencia,
  • Vienna.

Se pensiamo che, secondo gli ultimi studi dell’Organizzazione mondiale della sanità, il fumo passivo incide sull’asma infantile con una percentuale che va dal 4 al 18%, il 14% dovuto allo smog delle città in cui viviamo non è affatto un dato rassicurante.

Vi starete chiedendo dove è la novità? La novità sta nel fatto che: “È la  prima volta che si ottiene una stima di quanti casi di malattia non si sarebbero manifestati nella popolazione infantile europea se i bambini non fossero stati esposti all’inquinamento da traffico stradale intenso” .

E se è vero che ognuno di noi può combattere la sua personale, o familiare, battaglia contro il fumo, tutt’altro discorso è necessario per l’inquinamento delle città in cui viviamo.

La Comunità Europea ha ben chiara quale sia la situazione e la presa di coscienza delle singole persone:

  • la maggioranza (56%) degli europei ritiene che la qualità dell’aria è peggiorata negli ultimi 10 anni;
  • in Italia, ben l’81% degli intervistati è di questo parere;
  • quasi quattro su cinque degli intervistati (79%) ritiene che l‘Unione europea dovrebbe proporre misure per affrontare l’inquinamento atmosferico;
  • alla domanda su cosa si potrebbe fare a livello personale per migliorare la qualità dell’aria, la maggior parte dei partecipanti (63%) ha risposto che è disposta a ridurre l’uso dell’automobile e a sostituire vecchie apparecchiature con altre più efficienti (54%);

Janez Potočnik, commissario europeo per l’Ambiente, ha dichiarato: “I cittadini chiedono a noi di agire e vi risponderemo, rivedendo la nostra politica d’aria nel 2013”.

Ci auguriamo vivamente che tale affermazione non venga smentita e che il consiglio dei ricercatori sia ascoltato: “Alla luce di tutti gli studi epidemiologici esistenti, che dimostrano come il traffico urbano contribuisca all’insorgenza della malattia nei bambini, dobbiamo prendere in considerazione questi risultati per migliorare la politica e la progettazione urbana“.

Ce lo auguriamo soprattutto perché nessuno di noi dovrebbe essere spaventato all’idea di portare il proprio bambino a prendere una boccata d’aria…

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