Training autogeno: una pratica che allevia lo stress e aiuta a partorire!

donna incinta sdraiata sull'erba

Prepararsi al parto per ogni donna è molto importante e proprio perchè la nascita di un bambino è un momento delicato e anche di grande stress dal punto di vista psico-fisico, è opportuno imparare a gestire ansie, paure e tensioni che renderebbero il travaglio più difficile e doloroso.

Per questo motivo le madri si preparano al momento della nascita dei loro bambini attraverso i corsi pre-parto  (ne esistono di vari tipi e per tutte le esigenze) per cercare di ripristinare il contatto della donna stessa col proprio corpo “allenandolo” ad affrontare il momento di grande stress a cui sarà sottoposto.

Un metodo usato per prepararsi al parto (e non solo) è il training autogeno

Nel nostro Paese ci sono sostanzialmente due metodi training autogeno che vengono  insegnati:

  • il metodo elaborato dallo psichiatra Johannes Heinrich Schultz (quello considerato più tradizionale)
  • oppure il metodo elaborato da Umberto Piscicelli che prende il nome di R.A.T.                      (Respiratory Autogenic Training)

In generale la tecnica del training autogeno:

  • è utile proprio per contrastare lo stress e le tensioni della vita quotidiana;
  • ha come obiettivo principale di allenare il proprio corpo a risparmiare energie e a canalizzarle nel modo più fruttuoso.

Nel corso degli anni questa tecnica, nata in ambito psiciterapeutico per contrastare disturbi come ansia, attacchi di panico, mancanza di autostima… è stata in seguito adoperata anche in altri ambiti da quello sportivo, a quello pedagogico fino ad arraviare ad essere d’aiuto anche alle partorienti.

Gli studi evidenziano come la maggior percentuale dei dolori del parto sia dovuta  proprio a tutti quei fattori di ansia e paura che generano un “irrigidimento” del corpo, soprattutto per quanto concerne  la zona meglio conosciuta come pavimento pelvico che proprio durante il momento della nascita del bimbo dovrebbe essere il più rilassata possibile per permettere l’uscita del neonato più agevolmente.

E qui entra in gioco il training autogeno che si prefigge di aiutare la partoriente a gestire la componente psicologica che si attiva nelle partorienti in un momento di così forte stress, rendendo il tutto ancora più doloroso.

Alcune ricerche addirittura dimostrano che se il training viene iniziato già dal secondo trimestre di gravidanza può aiutare a contrastare tutti i disturbi legati al periodo: dalla nausea ai dolori dei muscoli passando anche per gli sbalzi di pressione.

Come funziona?

Innanzitutto, come in tutte le pratiche di rilassamento  che si rispettino:

  • ci si concentra soprattutto sulla respirazione che deve essere lenta e il più possibile profonda;
  • si allena la mente a “visualizzare” la zona contratta  e a dirigervi il respiro in modo da permettere un progressivo scioglimento della tensione e rilassare il corpo.  Ovviamente occorre esercitarsi con costanza perchè questo procedimento di visualizzazione diventi automatico e posso avviarsi senza bisogno dell’intercessione della mente.

Normalmente i corsi preparto prevedono delle sedute di training autogeno generalmente tenute da personale specializzato come psicologi oppure personale ostetrico. Il vantaggio di iniziare un percorso di approfondimento della tecnica del training autogeno  è che una volta appresa la modalità di utilizzo della respirazione e il percorso di visualizzazione questi possono tornare utili alla mamma non soltanto per quanto riguarda il parto ma anche nel periodo successivo e per la gestione dello stress quotidiano.

Uno dei vantaggi dell’apprendere la tecnica del training autogeno, è che essa si dimostra utile anche nella fase successiva al parto, quella in cui possono manifestarsi sbalzi d’umore e disturbi di natura emotiva, aiutando così a prevenire anche la depressione post parto.

 

 

 

 

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