Un bambino rimane senza un braccio per una malattia ma è un vero “pesciolino”

bambino senza un braccioUnimamme, davanti alle grandi prove della vita i bambini dimostrano spesso una risolutezza e una resilienza capaci di far invidia a tanti adulti e la storia del piccolo “pesciolino” Alessandro ne è un esempio.

La storia di un incredibile bambino!!

Alessandro ha otto anni. Vive a Brescia, è l’orgoglio di mamma e papà. Alessandro forse non ha mai visto  “alla ricerca di Nemo”, il bellissimo film d’animazione della Disney, dove c’è un pesciolino con una pinna atrofica, inutilizzabile. Ale nuota benissimo, fa piscina da quando aveva cinque anni e il maestro è orgoglioso di lui. Ma questa non è una storia normale. Quando Alessandro aveva quattro anni, una domenica si è alzato con un gonfiore alla spalla destra.

I genitori nel vederlo hanno pensato subito a una brutta caduta mostratasi in ritardo, ma visto che non accennava a sparire, lo hanno portato all’ospedale. Lì è arrivato un responso che abbatterebbe un toro, figuriamoci un bimbo. Tumore alle ossa. Se questo è troppo per chiunque, per Alessandro è stato tutto.

Il tumore era in stato avanzato, per cui ha dovuto fare delle chemio pesantissime, in più ha avuto la cosa peggiore che potessero fargli. I medici hanno dovuto tagliare il braccio. Tutto. Ale è rimasto a quattro anni senza la sua pinna. Come Nemo.

Solo che Ale non lo sa ancora di essere un pesciolino. Lo scoprirà poco dopo. Tornato a casa dall’operazione i genitori pensavano che sarebbe stata dura, ma i bambini sono come gli animali e non è un’offesa.

Spesso sono loro che mentre hanno un male, si prendono cura degli altri e gli fanno forza. Gli adulti piangono e i cuccioli reagiscono.

Alessandro ha subito voluto tornare all’asilo, tanto la vita doveva ricominciare, anzi, ha avuto un piglio più determinato di prima. Ma il bello è stato nel decidere lo sport da fare dopo per recuperare. I medici ne suggeriscono un paio, tra cui il nuoto. Ovviamente non è facile nuotare senza una pinna, o un braccio, ma se ci riesce Nemo, perchè non Ale?

Lui non ha dubbi, vuole la sua cuffia, i suoi occhialini e vuole la vasca dove tuffarsi. La cosa bella era che l’istruttore a quel punto non poteva solo insegnargli a nuotare, era lui a doversi istruire. Perché doveva insegnare ad un bimbo a nuotare senza un braccio.

Così il suo maestro si tiene un braccio ancorato dietro la schiena e impara a nuotare con un braccio solo, per capire come far tenere in equilibrio Ale. Ale nuota, benissimo, da tre anni, è bravissimo. Forse non guarderà mai “alla ricerca di Nemo”. Ma chi se ne frega, lui è un pesciolino vero e bellissimo, mica un cartone animato”. 

Unimamme, i bambini hanno davvero una forza straordinaria, dovremmo prendere esempio da loro, non trovate anche voi?

E voi avete storie simili da condividere con noi?

Noi vi lasciamo con la storia di un bimbo molto speciale che ha completato una gara di thriathlon.

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