In vacanza dai pargoli: una proposta in controtendenza ma fattibile

Coppia che corre sulla spiaggia

Sto iniziando a scrivere questo articolo mentre rido sotto i baffi  dopo aver letto un qualcosa di molto interessante.

Si tratta di un articolo tratto dalla rivista “Internazionale”, in cui l’autore azzarda una proposta divertente e in controtendenza.

Ma prima di svelarvi di cosa si tratti, facciamo un passo indietro: siamo in estate, fa caldo nelle nostre città, dopo un anno di lavoro è ora di partire qualche giorno ed andare in vacanza, per questo dipingeremo uno scenario possibile:

  • prima di tutto trovare una meta, escludere le rapide di fiume, le vette inesplorate, le isole con la  malaria, ok;
  • trovare un luogo senza malattie infettive, con la possibilità che i bambini possano giocare, fare amicizia, essere sorvegliati e non correre pericoli inutili;
  • avere un facile accesso ai servizi per non passare tutta la vacanza a cercare un supermercato o un bar (escludete la giungla).

Ecco che al terzo punto avete iniziato un nuovo lavoro: trovare una vacanza adatta a voi e ai vostri pargoli.

Poi ci sono alcuni genitori fortunati che hanno ancora dei genitori in salute, che possono ospitarli o potrebbero viaggiare con loro, facendosi quindi aiutare dai migliori amici dei bambini, i nonni.

Ora chiudete gli occhi e immaginate quegli angeli che abitano nella vostra casa, che gattonano, gridano, si addormentano, cantano, ridacchiano e ballano e sono proprio la cosa migliore che poteste desiderare…sì, sono i vostri meravigliosi pargoli, si! Ma non sono una vacanza!!!

Perché la vacanza è un’altra cosa.

Vacanza in coppia mandando in ferie i figli

E qui arriva il colpo di genio dell’autore dell’articolo: e se la vostra vacanza fosse prendervi una vacanza da loro? Se consistesse nel farli stare non tanto, ma qualche giorno dai nonni o dagli zii, a giocare e divertirsi e voi rimaneste in città, da soli a dormire, mangiare, passeggiare e riesumare il concetto di attività sessuale?

Ritornerete a prenderli più felici che mai!

E voi unimamme, ci avete mai pensato? E soprattutto lo avete già fatto?

 

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