Neopapà di una bimba in terapia intensiva: il racconto-fumetto che commuove – VIDEO

In questo video il fumettista Bob Moran del Telegraph ha voluto illustrare tramite una serie di vignette come è diventato papà per la prima volta, e il video è uscito in occasione della Festa del Papà tenutasi in America il 21 giugno.

Nel video racconta di come si sia spaventati a diventare papà, che le attese quasi mai si realizzano, che non si è mai davvero pronti, che spesso ci si immagina di dover diventare dei supereroi e occuparsi della propria famiglia, senza dover mai crollare.

La figlia di quest’uomo è nata prematura e con un problema: è risultata infatti affetta da paralisi cerebrale.

Si tratta di un disturbo persistente ma non progressivo della postura e del movimento causato da alterazioni della funzione cerebrale infantile prima che il cervello abbia completato il suo sviluppo. Solitamente quindi si ha una paralisi delle abilità motorie.

Il video è suddiviso in momenti:

5 minuti: significativa è stata la frase in cui dice mentre guarda la figlia nata da poco con parto cesareo d’urgenza per la prima volta: “Sono tuo padre ha suonato come un chiedere scusa”

50 minuti: la figlia viene trasferita in un’altra struttura d’urgenza e lui la segue, dovendo lasciare sola la moglie che deve ancora riprendersi dall’intervento

5 ore: Bob racconta che vedere la figlia nell’incubatrice, in quella macchina piena di fili, sensori e luci, gli fa capire per la prima volta che si trattava di una questione di vita o di morte. E che solo quando si ritrova solo, tutte le emozioni escono fuori e non ci si sente abbastanza forti.

5 giorni: la figlia apre gli occhi per la prima volta, e avviene il primo contatto con la madre che nel frattempo li ha raggiunti.

12 giorni: finalmente si va a casa, ma è lì che sale l’ansia per la paura che possa accadere qualsiasi cosa. La domanda ricorrente è: “respira?”

100 giorni: fortunatamente le cose procedono e vanno meglio. Certo gli impegni sono tanti e quotidiani, ma i progressi si vedono e riempiono il cuore.

650 giorni: l’emozione del primo passo è impagabile e si ha la risposta a una grande domanda: “camminerà?”. Però quando una risposta si ottiene, sorgono nuove domande. Bob scopre infatti che la figli soffre di epilessia.

700 giorni: nonostante le difficoltà, un nuovo bambino è in arrivo, e seppure hanno paura sanno che è ciò che vogliono e di cui hanno bisogno.

Per concludere Bob fa una riflessione su ciò che si aspettava di diventare e ciò che è diventato.

“La mia esperienza di paternità non è stata nulla di ciò che mi ero immaginato sarebbe stato. Ma questo probabilmente è vero per tutti i padri. Sono sicuramente una persona diversa ora, l’idea di dover essere un eroe è divenuta quella di salvare il salvabile. Non siamo tenuti ad essere eroi, ce ne sono già tantissimi: medici, infermieri, fisioterapisti, paramedici. E la mia bambina mi ha mostrato cosa davvero significhi essere coraggiosi, determinati e forti. Lei mi ha insegnato che essere padre è piu’ che sufficiente…” 

E voi unigenitori avete vissuto l’esperienza raccontata da questo papà? Condividete ciò che ha raccontato?

 

(Fonte: Telegraph.co.uk)