Lizzie Velasquez, affetta da una rarissima malattia che condivide solo con un’altra persona, è stata definita “la donna più brutta del mondo” a 17 anni.
Per molti ragazzi e ragazze, un insulto simile su un video diffuso su Youtube potrebbe diventare un’offesa da cui sarebbe difficile riprendersi, ma per Lizzie questo è diventata una motivazione davvero potente e capace di orientare la sua vita.
Ora, la storia di Lizzie è diventata persino oggetto di un documentario intitolato: A Brave Hearth: The Lizzie Velasquez Story (Un cuore coraggioso, la storia di Lizzie Velasquez).
“Quel video (quello in cui è stata definita la donna più brutta del mondo) ha cambiato la mia vita, mi ha dato la piattaforma che ho adesso per dar voce a tutte le persone che sono state vittime di bullismo. Se dunque vedessi la persona che ha girato quel video gli salterei al collo e gli direi: “grazie per aver portato la cosa migliore che sia mai successa nella mia vita”” ricorda Lizzie.
Quel famoso video infatti l’ha spinta a diventare un’attivista antibullismo e una speaker motivazionale.
La sua incredibile ascesa è testimoniata in questo documentario presentato dall’associazione TED.
“Mi ha dato la pelle d’oca guardare i genitori di Lizzie, vedere com’erano orgogliosi di lei, perché anche loro avevano affrontato tante cose ” ha dichiarato Tina, direttrice e direttore esecutivo delle Megan Meier Foundation. La donna ha perso la figlia tredicenne Megan a seguito di cyber bullismo nel 2006 e da quel momento ha deciso di dedicare la sua vita affinché non si ripetano casi come quello di sua figlia.
“Spesso i bambini sentono dire non fare questo, non fare quello, ma quando lo sentono dire da qualcuno come Lizzie che ha lottato così tanto e vedono cos’è capace di fare, questo diventa un’ispirazione. Lo vedono e pensano “se lei può farlo, allora posso farlo anch’io” aggiunge la Meier.
Il documentario di cui è protagonista Lizzie è ispirato a una conferenza svoltasi per TED in cui la donna ha parlato della sua rara Sindrome e dell’impatto che ha avuto sulla sua vita, incluso il fenomeno di bullismo di cui è stata costantemente vittima.
“Ci cono stati momenti in cui ho avuto paura, altri molto difficili da affrontare“, Quando è andata all’asilo per la prima volta è stato uno choc, Lizzie infatti non immaginava come avrebbero reagito i bambini.
“Mi sono avvicinata a una bambina, le ho sorriso e lei mi ha guardato come se avesse visto un mostro, come se fossi stata la cosa più spaventosa che avesse visto” ha raccontato la donna.
“I miei genitori mi hanno consigliato di tenere la testa alta, di sorridere, di continuare ad essere me stessa, che le persone avrebbero presto capito che ero come loro” ha aggiunto Lizzie.
“Nella mia mente, il modo migliore per rispondere a quelli che mi avevano definita brutta, che mi avevano presa in giro, che mi avevano definito un mostro è stato quello di fare il meglio di me stessa, per mostrare loro, sapete cosa? Dimmi tutte quelle cose negative e io le userò come una scala per raggiungere i miei obiettivi” ha dichiarato Lizzie.
Sara Hirsh Bordo, produttrice del documentario, è entusiasta del progetto riguardante il documentario “da dove provengono il coraggio e la forza di questa fragile donna di appena 27 chili? Come fa a combattere contro una rara malattia al mattino e parlare a centinaio di persone, sul palco, la sera? Per Lizzie e la sua famiglia la vita non è mai stata riguardo l’inizio e la fine ma sempre nel trattino in mezzo“.
Unimamme e voi cosa ne pensate di questo straordinario esempio?
Voi o i vostri figli siete mai stati vittime di bullismo? Come avete reagito?