La vitamina D: la luce solare aiuta ad evitarne la carenza

donna prende il soleLa vitamina D fa bene sia alle ossa e alla pelle. Ecco quanto e come esporsi alla luce solare per beneficiare dei suoi effetti sul nostro organismo.

La vitamina D è una di quelle vitamine che sono molto importanti per il nostro organismo, ma di cui molto spesso si ha carenza.

La carenza di vitamina D è dovuta sia al fatto che è poco presente nei cibi e sia perché non ci si espone con regolarità alla luce solare. Gli esperti ricordano che la vitamina D è utile sia per le ossa e sia per la pelle e stare al sole, nelle giuste ore e per il giusto tempo, è importante per evitarne la carenza.

Cosa è la vitamina utile alle ossa e quanto tempo bisogna esporsi al sole per avere dei benefici

Nel nostro Paese, la vitamina D risulta essere carente in una gran parte di popolazione. Ad esempio basta pensare agli anziani che soggiornano nelle strutture di ricovero, le persone che non si espongono al sole a causa di problemi dermatologici o che fanno uso di prodotti solari con filtri molto elevati. Inoltre risulta essere carente anche nelle persone sedentarie e in sovrappeso.

Il dermatologo dell’Ospedale Israelitico di Roma, Gianni Montesi, alla Stampa ha spiegato nel dettaglio cosa è la vitamina: “É un complesso di sette vitamine liposolubili indispensabili per il nostro organismo: la sintesi di tale complesso avviene principalmente nella cute in seguito all’esposizione solare. I cheratinociti epidermici contengono un grasso noto come provitamina D che, una volta esposto ai raggi UVB, si trasforma per fotolisi in previtamina D. Tramite un processo di isomerizzazione, la previtamina D si trasforma in vitamina D: la sintesi di tale vitamina è influenzata dalla latitudine in cui vive il paziente, dal fenotipo, dall’età, dalla stagionalità e dal tempo che il paziente dedica all’esposizione solare. I soggetti più a rischio di ipovitaminosi D sono gli anziani che, contrariamente ai giovani, tendono a non esporsi al sole ed i soggetti con fototipo scuro, perché la melanina compete con la vitamina nell’assorbimento dei raggi solari”.

In più ha dato dei consigli su e come fare per attivarla: “É ancora aperto il dibattito sull’uso degli schermi solari ad alta protezione: in estate è sufficiente esporsi 15/20 minuti due volte al giorno senza protezione per attivare la sintesi della vitamina D. Una corretta fotoprotezione, tuttavia è indispensabile per evitare danni alla cute derivanti da esposizioni solari prolungate”.

Le linee guida nazionali ed internazionali raccomandano di esporre il viso, il collo e le braccia alla luce solare diretta (non deve essere filtrata da vetri o filtri solari) per 10-15 minuti due volte al giorno in estate e 20-30 minuti in inverno. Ricordarsi che comunque non si deve esporre nelle ore più calde della giornata.

La vitamina D fa bene per le ossa, Nicola Napoli, professore associato di Endocrinologia e malattie del metabolismo, presso l’Università Campus Bio-Medico di Roma, ha chiarito alcuni punti importanti per chi soffre di osteoporosi: “Le persone che soffrono di osteoporosi, se è vero che con una vacanza al mare e le dovute cautele possono fare il pieno di vitamina D, devono anche tenere ben presente che lunghe camminate di almeno mezzora al giorno fanno bene alla salute delle ossa. Tuttavia, è bene fare attenzione durante le passeggiate, non camminare troppo e troppo a lungo sulla battigia per evitare microtraumi alla colonna o malposizionamenti della gamba che possono aumentare il rischio di caduta. Non ci sono evidenze scientifiche, invece su come acqua e aria di mare possano alleviare i dolori reumatici”.

Vitamina D: utile non solo per le ossa, ma anche per la pelle della nostro organismo

Il dermatologo Gianni Montesi ha ricordato che la vitamina D non è fondamentale solo per le ossa, ma anche per la pelle. Livelli ottimi di vitamina D nel sangue permettono di non avere alcune malattie della pelle, tra cui:

  • Vitigilite: “è un disordine acquisito della pigmentazione cutanea su base autoimmune: la vitamina in questione stimola la melanogenesi e alcuni studi hanno evidenziato che i pazienti affetti da vitiligine hanno bassi livelli di tale vitamina”.
  • La dermatite atopica: “è una malattia infiammatoria cronica della cute molto frequente, specialmente in età pediatrica, che presenta un andamento remittente recidivante e migliora con l’esposizione ai raggi ultravioletti. Anche in questa patologia è stata riscontrata la presenza di bassi livelli di vitamina D ed è stata descritta una correlazione inversa tra i livelli di vitamina D nel cordone ombelicale ed il rischio di sviluppare la dermatite atopica”.
  • La psoriasi: “è una malattia infiammatoria cronica che in Italia colpisce 2 milioni di persone: molti studi confermano che i pazienti affetti hanno livelli di vitamina D bassi. La supplementazione orale e l’impiego topico di derivati di tale vitamina determinano spesso un miglioramento significativo delle lesioni presenti”.

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Voi unimamme sapevate l’importanza dell’impotanza di assumere il giusto quantitativo di questa vitamina?

 

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