Non sempre per una coppia è facile riuscire ad avere un figlio. Si può parlare di problemi di infertilità quando, dopo 18 mesi di rapporti mirati al concepimento tra due persone in età fertile, non si è ancora verificata una gravidanza.
In questi casi si può decidere di incominciare un iter per la fecondazione medicalmente assistita; esistono due tipi di procedimento:
Tra poco vedremo di cosa si tratta.
Prima parliamo degli esami preliminari a cui una coppia deve sottoporsi.
Una volta eseguiti questi accertamenti, si passa alla fecondazione vera e propria.
Nella fecondazione a vivo, si ha che:
La fecondazione a vivo può essere ripetuta per sei volte.
La fecondazione in vitro, invece, riproduce in laboratorio la fecondazione tra ovulo e spermatozoo. Ecco l’iter:
La fecondazione in vitro può essere ripetuta anch’essa per sei volte.
C’è poi un ultimo caso di procedura di fecondazione, che è proibita in Italia: si tratta di quella eterologa. In tale procedura si utilizzano gameti esterni alla coppia, nel caso in cui il partner non disponga di ovociti o spermatozoi (per esempio a seguito di una malattia oncologica), o nel caso di coppie omosessuali.
Il seme utilizzato proviene da una banca apposita, dove i controlli sono severi per evitare che ci siano malattie genetiche o cromosomiche. Idem per l’ovocita donato, anche per le donatrici infatti i controlli sono tanti e completi.
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