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Categoria Genitori & co. Salute e benessere bambini

Punto Nascita e Piano del Parto: cosa sono e perché sono importanti

Published by
Michele

Care unimamme torniamo a parlarvi dell’Agenda di Gravidanza, riprendendo alcuni utili consigli in merito a Punto Nascita e Piano del Parto.

Secondo quanto prescritto dal Percorso Nascita del Piano Sanitario regionale, Ogni Punto Nascita (struttura ospedaliera o ambulatorio) dovrebbe essere munito di un ambulatorio per la gravidanza a termine, dove poter garantire accoglienza alle donne con gravidanza fisiologica alla 30esima settimana.

L’ambulatorio, dovrà essere gestito dall’ostetrica in collaborazione con il ginecologo. Il personale medico dovrà poi provvedere ad inserire i risultati dei controlli in una cartella clinica personale della gestante, che verrà consultata anche in fase di ricovero.

Laddove invece il Punto Nascita non la preveda, la nostra mamma dovrà prenotare una visita per conoscere i documenti richiesti e far controllare le analisi che ha eseguito.

Si ricorda inoltre che tutte le visite in gravidanza, effettuate presso il Punto Nascita, sono esenti da ticket.

Se la gestante vuole assicurarsi la partoanalgesia (anestesia al momento del parto), è richiesto:

  • una visita anestesiologica fra la trentaduesima settimana e la trentasettesima, con colloquio;
  • esecuzioni di accertamenti mirati;
  • una firma del consenso informato.

Questi accertamenti, con gli esami che ne conseguono, non sono esenti da ticket.

Il Piano del Parto: cos’è e a cosa serve

In alcuni Paesi d’Europa si è diffusa l’usanza di redigere il cosiddetto Piano del Parto, un documento in cui la gestante può scrivere che cosa desidera del suo parto, quali sono le sue aspettative sia per il parto che i momenti immediatamente successivi. In tal modo si riconosce quanto sia importante che la mamma si aiuti, avvicini i propri desideri e le proprie emozioni alle reali esigenze. Il Piano del Parto è uno strumento utile anche per capire se la struttura scelta sia adatta alle nostre esigenze e soddisfi le nostre aspettative.

Il Piano, che andrà redatto possibilmente in coppia, anche per far capire a chi ci è vicino cosa desideriamo e come esserci vicino, potrà essere portato qualche giorno prima nella struttura da noi scelta, o lo si può portare con se al momento del ricovero. In tale documento possiamo parlare di come ci aspettiamo:

  • il travaglio (ad es. richiedendo la costante presenza del marito, la libertà di movimento)
  • il parto (ad es. richiedendo di non essere sottoposta a clistere, rottura del sacco ed episiotomia di routine, di avere il marito accanto anche in caso di parto cesareo, ecc.)
  • il primo contatto con il bambino,(richiedendo che questo avvenga subito, prima del bagnetto, e duri il più possibile)
  • il taglio del cordone, (chiedendo ad es. che venga ritardato il più possibile)
  • l’allattamento (chiedendo ad esempio di provare ad attaccare il bambino appena nato, che non vengano somministrati senza avermi prima informato soluzioni diverse dal latte materno, ecc.)
  • la degenza, (volere il bambino accanto sin da subito, anche la notte, ecc.)

insomma di tutto ciò che attiene allo speciale momento che ci accingiamo a vivere!

Tale Piano del Parto potrà tranquillamente avere la forma di una lettera firmata da entrambi i futuri genitori e indirizzata all’ostetrica, al ginecologo di turno, e in generale a tutto il personale sanitario, compresi pediatra, neonatologo e puericultrici.

Allora, cosa aspettate unimamme, inizierete a scriverlo?

Michele

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