Vedersi portare via i propri figli dai servizi sociali è un’esperienza traumatica che nessun genitore vorrebbe vivere. Nel bene o nel male, nei compiti tra i compiti degli assistenti sociali rientra anche la tutela della maternità e dell’infanzia. Ma tutto ciò fino a che punto può spingerli?
Una donna italiana incinta e in viaggio di lavoro nel Regno Unito è stata ricoverata in un istituto psichiatrico per una crisi di panico. Ma l’episodio è sembrato sufficiente ai servizi sociali di Essex per prendere in custodia la bambina che ancora era nel grembo della madre.
Per questo, una volta ottenuta un’autorizzazione giudiziaria dall’Alta Corte, hanno sedato la donna sottoponendola ad un parto cesareo per toglierle il bebé. La tragica storia avvenuta nell’estate del 2012 è stata resa nota solo ora dalla rivista The Telegraph.
I servizi sociali, che però non hanno consultato in anticipo né la famiglia della donna, né coinvolto i servizi sociali italiani, che avrebbero dovuto prendersi cura eventualmente del bimbo dopo la nascita, assicurano di aver agito nell’interesse della madre, in quanto la donna aveva problemi psichiatrici.
Inoltre hanno ancora in custodia la bambina, che ora ha 15 mesi, e si rifiutano di riconsegnarla alla madre, malgrado lei assicuri di aver pienamente ritrovato il proprio equilibrio.
I giudici britannici hanno stabilito che la bambina dovrà essere dato in adozione per il rischio che la donna possa subire una ricaduta.
E voi cosa ne pensate? Si sta davvero parlando di tutela del bambino?
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