Sei una brava moglie? Te lo dice un test degli anni ’50

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Se leggessero questo test degli anni ’50 probabilmente molte femministe, tanto per intenderci quelle che negli anni ’70 indossavano gli zoccoli e gridavano “l’utero è mio e me lo gestisco io“, avrebbero probabilmente un moto di stizza. O magari no, visto che oggi, per fortuna, non siamo più nel Medioevo e le donne finalmente hanno ricoperto il giusto ruolo che spetta loro nella società.

Scherziamo ovviamente: le donne oggi, nonostante il progresso e i tempi moderni, sono ancora poco rispettate. E non stiamo parlando di zone del mondo in cui non sono minimamente prese in considerazione come persone, ma della “civilissima” Italia in cui i fatti di cronaca registrano casi di donne uccise da chi diceva di amarle.

Questo test veramente poco scientifico pubblicato negli anni ’50 e postato dal sito blogs. villagevoice è comunque figlio dei suoi tempi: allora la cosa migliore per una donna era contrarre un buon matrimonio, per poter vivere dignitosamente. Ovviamente di lavorare per mantenersi non se ne parlava proprio: quello era un compito maschile. Ma era soprattutto tra le mure domestiche che avrebbero dovuto trovare la soddisfazione della propria vita. E allora cosa c’era di meglio che chiedere ai mariti quali fossero i meriti e i demeriti delle loro consorti per poi, tramite un sistema di addizioni e sottrazioni, capire se effettivamente meritassero il titolo di moglie devota. 

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Le categorie dei demeriti sono diversi. Ne citiamo alcuni:

  • portare le unghie laccate di rosso
  • infilare i piedi freddi nel letto vicino al marito
  • essere in ritardo ad un appuntamento 
  • parlare dei precedenti fidanzati o del primo marito
  • indossare un pigiama mentre cucina 
  • essere più di sei chili sovrappeso 
  • non amare gli hobby del marito come la pesca o il baseball. 

Ecco invece i motivi di merito:

  • essere una buona padrona di casa soprattutto quando ci sono ospiti
  • servire il pranzo in orario 
  • mettere i figli a letto 
  • essere religiosa: mandare i figli in chiesa la domenica e andarci  anche lei 
  • lasciare dormire il marito la domenica e durante i giorni di vacanza 
  • tenere dei pasti nel frigorifero per degli spuntini serali
  • elogiare il marito in pubblico 
  • fare al marito lo shampoo e la manicure.

L’elenco di tante scempiaggini sarebbe lungo (le domande sono 50), perché in fondo essere una moglie a quei tempi voleva dire essere una schiava. Peccato che ci sia qualcuno che ci creda ancora.

E voi unimamme? Cosa ne pensate?

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