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Categoria News

Il Partogramma: cerchiamo di capire cosa è e a che serve

Published by
Michele

Quante di voi, unimamme, hanno mai sentito parlare del partogramma? Forse solo coloro che hanno partorito e poi hanno ritirato la cartella clinica.

Il partogramma consiste in una registrazione grafica dei fenomeni del travaglio e del parto, difatti è è un metodo efficace per rappresentare la progressione del travaglio.

Questa raccolta di  informazioni comincia ad essere presa dal momento della diagnosi di travaglio, quindi  sin da una dilatazione di 3-4 cm.

I dati presi  riguardano  molti fattori, di cui i principali sono:

  • la dilatazione della cervice
  • lo stato delle membrane (se rotte o integre)
  • la pressione arteriosa della mamma
  • la posizione della testa del feto rispetto al canale del parto
  • il battito cardiaco del feto e della mamma
  • il colore del liquido amniotico
  • una descrizione delle contrazioni.

 Ogni due ore circa la visita vaginale viene ripetuta e i nuovi dati registrati.

L’obiettivo del monitoraggio del travaglio è quello di individuare il più precocemente possibile le anomalie, in modo tale da prevenire esiti negativi, sia per quanto riguarda la madre, sia per quanto riguarda il feto.

Oltre a compilare i dati, nel partogramma è presente un grafico, in cui si riporta la dilatazione cervicale (cerchietti) e il livello di presentazione della parte fetale (triangolini) ad una data ora. I dati vengono riportati ogni due ore e alla fine cerchietti e triangolini vengono uniti con due linee che si incrociano, a dimostrazione del corretto andamento del parto.

E per finire, una tabella suddivisa in colonne che corrispondono alle diverse visite e che riporta:

  • la condizione delle membrane
  • il colore del liquido amniotico,
  • la presenza di sangue indicante la dilatazione del collo uterino (marcatura)
  • se la paziente ha urinato
  • se è presente premito, ossia la sensazione di dover spingere.

Inoltre si registrano pure:

  • la frequenza cardiaca fetale di base,
  • la frequenza cardiaca materna
  • la pressione arteriosa
  • l’atteggiamento della partoriente (attivo/passivo, tranquillo/agitato…)
  • descrizione delle contrazioni (deboli/medie/forti, efficaci/inefficaci…).

Infine, sul partogramma si riporta se è stata fatta analgesia epidurale o se sono somministrati altri rimedi.

Allora unimamme, sapevate tutto ciò? Noi, lo ammettiamo, no! 😉

Michele

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