“Zero regole” a scuola per dimenticare il bullismo

L’area giochi di una scuola deve seguire norme e regole molto precise: ne va della sicurezza dei bambini. Questo ci siamo detti per lungo tempo, eppure questo approccio così protettivo viene messo in discussione da uno studio dell’Università di Otago, ancora in corso, i cui effetti sono già visibili agli occhi degli insegnanti delle scuole che hanno aderito. È interessante scoprire insieme alcune testimonianze.

Alla Swanson, una scuola elementare, potrebbe sembrare che il caos regni indisturbato, ma non è così. Bambini che si arrampicano sugli alberi e corrono sugli skatebord sono all’ordine del giorno, ma il preside assicura che la confusione e i problemi sono diminuiti.

Dopo aver stracciato ogni regola precedentemente applicata nel cortile della scuola, si è osservato una drastica diminuzione

  • di ogni bullismo,
  • degli atti di vandalismo
  • e di incidenti durante il gioco.

“Vogliamo che i bambini siano al sicuro e li controlliamo, ma abbiamo smesso di avvolgerli nella bambagia quando, in effetti, dovrebbero anche essere in grado di cadere.

Osservando il cortile da una prospettiva adulta potrebbe sembrare un caos, potrebbe sembrare che i bambini si possano fare male, ma nella realtà non succede.

Il grande paradosso del proteggere i bambini è che questo approccio è più pericoloso nel lungo periodo.

Nell’area giochi c’erano così tante regole e regolamenti che i bambini la trovavano noiosa. È nel momento in cui si annoiano che i bambini commettono atti di bullismo, scrivono sui muri o distruggono le attrezzature scolastiche.

Un approccio più orientato alla sperimentazione e, perché no, al rischio è incredibilmente più formativo.

Come abbiamo già visto nel fantastico parco The Land, creato appositamente per permettere ai bambini di giocare con fuoco (anche letteralmente!), l’approccio iperprotettivo non aiuta i nostri figli a imparare. Quindi pur mantenendo un occhio vigile, come le nostre unimamme sanno bene, è utile per i nostri piccoli avere più libertà anche e soprattutto nel momento del gioco.

E voi unimamme, che ne pensate? Ve la sentite di “liberare” i vostri figli?

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