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Bambini: dai loro disegni possiamo capire tanto!

Published by
Maria Sole Bosaia

Unimamme che guardate ammirate gli scarabocchi dei vostri bimbi come se fossero dei piccoli Picasso, certamente avrete tentato a più riprese di interpretare formine e linee lasciate sul foglio dai vostri figli.

I disegni dei piccoli sono una delle forme di comunicazione da loro favorite e, oltre ad essere un aspetto della personalità ed evidenziare la loro maturazione, indicano anche:

  • problemi
  • sentimenti
  • emozioni
  • conflitti.

Disegni dei bambini: come imparare a interpretarli

I primi segni cominciano a essere tracciati a circa 18-20 mesi, spesso però si tratta di colpi così forti da rompere il foglio. Questo perché il controllo motorio dei piccoli è ancora limitato. Vediamo però come si sviluppa, in modo graduale, la consapevolezza dei bambini.

2 anni

Il bimbo scopre che esiste un rapporto tra movimenti e segni ottenuti. Di solito si tratta di linee verticali, orizzontali o circonferenze.

3 anni

Si comincia a dare un senso allo scarabocchio. Il piccolo disegna emozioni che ha vissuto intensamente. Esiste quindi un’intenzionalità rappresentativa.

4 anni

Gli scarabocchi diventano comprensibili anche all’adulto. Emergono le prime figure umane. I bambini cominciano a raffigurare le persone che però sono ancora molto schematiche, di solito si tratta di un cerchio da cui partono braccia e gambe. Pian piano, all’interno del cerchio compaiono gli occhi e infine anche bocca e naso.

5 anni

Ora l’omino è completo, ci sono anche braccia, gambe e un tronco, persino le orecchie anche se un po’ sproporzionate. Gli arti diventano bidimensionali e compaiono i primi cenni di vestiario.

Dai 6 anni

Lo schema mentale del corpo è più completo e l’omino acquisisce un collo, le mani. Solitamente le bambine arricchiscono di dettagli il loro disegno, come fiori, giocattoli e animali.

Le persone amate vengono rappresentate con più cura, a volte persino in movimento. Quest’ultimo elemento, in modo particolare, denoterebbe una personalità estroversa.

I bambini disegnano gli aspetti della realtà che per loro hanno maggiore importanza. Questa fase termina verso i 9 anni. Proporzioni e prospettiva vengono acquisite col tempo, ma i temi che per loro sono più sentiti rimangono sproporzionati. Se un bambino disegna tutto nelle stesse proporzioni vuol dire che la sua partecipazione emotiva è scarsa. Le cose di maggior valore per il piccolo tendono ad occupare una posizione centrale, ma non vi è nessun legame tra dimensioni e intelligenza del ragazzino.

 

Disegni e vita emotiva

Tracciare segni, colorare, per i piccoli è uno strumento di espressione della loro vita emotiva.

Forza e intensità del tratto grafico indicano:

  • energia del soggetto
  • lo stato emotivo al momento dell’esecuzione

i bimbi più maturi solitamente variano nell’uso del tracciato, mentre quelli più immaturi realizzano tracciati corti e miseri.

Scelta del colore

Esiste un parallelismo tra la scelta del coloro e l’emotività del soggetto. I bimbi sotto i sei anni hanno una speciale predilezione per il colore che favoriscono addirittura rispetto alla forma. Quando il bimbo è piccolo le tonalità sono molto forti, ma man mano che cresce aumentano le sfumature. Oltre a divertire i piccoli i colori svolgono una funzione di stimolo all’azione e all’esplorazione. 

Disegno libero, autoritratto, famiglia

Si tratta di 3 temi molto interessanti per la rappresentazione del mondo interiore del piccolo:

  • nel disegno libero: i bimbi rappresentano ciò che amano o temono, quello che li interessa e li ispira. La casa è uno degli oggetti più presenti. Una casa che si apre verso l’esterno, magari con tendine colorate indica una vita serena. Diversamente, se circondata da siepi o elementi isolanti può indicare timidezza, attaccamento alla madre o sentimenti di isolamento. Anche il sole compare spesso. Per alcuni è il simbolo del padre ideale e quindi quando brilla i rapporti sono buoni, se invece scompare o è oscurato i rapporti sono difficili,
  • autoritratto: esprime la percezione del corpo del bimbo e dei suoi desideri. Dunque se un omino è abbastanza armonioso c’è la possibilità che il bimbo sia ben adattato. Se invece è di dimensioni ridotte o in una posizione dimessa può darsi che il piccolo si senta inferiore agli altri. Infine disegnando un gruppo di coetanei bisogna fare attenzione alla posizione in cui si colloca, se al centro, quindi ben integrato o in un posto isolato o da solo.
  • famiglia: i componenti di una famiglia affiatata solitamente svolgono un’attività in comune o si tengono per mano. Il bambino disegna se stesso vicino al personaggio con cui si sente più a suo agio o ama di più. Il personaggio valorizzato è il primo ad essere disegnato ed è anche più curato nei dettagli. Se alcuni dei fratelli non sono rappresentati può essere perché il piccolo consciamente o inconsciamente si augura che non facciano parte della famiglia. Se invece qualcuno viene cancellato vuol dire che c’è in atto un conflitto. Invece se c’è qualche personaggio aggiunto questo rappresenta le aspirazioni del bimbo.

Come riportato su Mentesana le tappe dello sviluppo infantile rappresentato dai disegni sono molto più complesse di quello ci saremmo potuti immaginare. Pensate anche alle opere dell’undicenne Kieron Williamson che dipinge come Claude Monet, dopotutto i bambini possono riservaci molte sorprese.

E voi unimamme ora guarderete i fogli colorati dei vostri piccoli con occhio diverso?

 

Maria Sole Bosaia

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