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Per la memoria e lo studio ripetere non funziona: 3 efficaci metodi si!

Published by
Michele

Basta ripetere. Questo sembra gridare lo studio pubblicato su Learning and Memory che dimostra come ripetere e ripetere porti lo studente ad avere maggiori difficoltà nell’apprendere nuove informazioni. Come se scavare lo stesso solco più volte rendesse la persona più portata allo studio di dati uguali ma impedisse al cervello di spostarsi con facilità su altri tipi di modelli e come se non bastasse, portasse a maggiori difficoltà nel discriminare tra eventi simili tra loro. Non solo le abitudini di riposo quindi influenzerebbero negativamente o positivamente la nostra capacità mnemonica, anche i metodi che usiamo per ricordare hanno un grande peso.

Uno degli esperimenti consisteva nel far memorizzare una serie di oggetti:

  • a un gruppo veniva mostrata una sola volta,
  • a un altro per tre volte.

Più tardi veniva somministrato un altro elenco di oggetti con alcune aggiunte. Le persone che avevano avuto modo di ripetere più volte il primo elenco avevano sì più facilità nel trovarli, ma distinguevano con maggiore difficoltà quelli che invece non erano presenti.

La ripetizione quindi può darci anche la sensazione di aver imparato qualcosa, quando in realtà non è così.

Gli psicologi Henry Roediger e Mark McDaniel, autori di un libro sulla memoria dal titolo Make it stick (Fallo attaccare ndr) spiegano come la prima lettura sia la scoperta di un mondo, la seconda invece avviene con un senso di “questo lo so, questo lo so” che invece di aiutare a cogliere di più ci fa sentire padroni dell’argomento, quando invece potrebbe non essere così.

Ecco quindi 3 metodi veramente efficaci per migliorare la resa della nostra memoria.

1. Dai un ritmo al tuo studio
La ripetizione non è il male. Stipare tutto con forza nel cervello sì. Fai pratica per uno po’, poi lascia dello spazio: uno o due giorni dopo fai ancora pratica. Uno dei ritmi usati per dare un corretto spazio dal momento in cui si è imparato qualcosa è questo:

  • il primo spazio dura 5 secondi,
  • il secondo 25,
  • poi 2 minuti,
  • poi 10,
  • poi un’ora,
  • 5 ore,
  • un giorno,
  • 5 giorni,
  • 25 giorni,
  • 4 mesi
  • e 2 anni.

Ovviamente questo dipende anche dall’obiettivo: se il discorso è domani e dovete memorizzarlo oggi probabilmente questa tabella è troppo ampia. Se però desiderate ricordare la meglio per il resto della vostra vita questi sono i tempi mediamente migliori per lo loro fissazione.

2. Il metodo dei Loci
Una delle tecniche di memorizzazione più antiche è il metodo dei Loci. Immaginate di poggiare in luoghi a voi familiari le informazioni che dovete memorizzare. Solomon Shereshevsky, un uomo diventato famoso per la sua capacità mnemonica, la usava ed era in grado di ricordare sequenze di numeri casuali anche ad anni di distanza. Per esempio, se volete memorizzare le parole “papera”, “auto” e “barca”, potreste immaginare di poggiare ognuno di questi tre oggetti in differenti stanze della vostra casa. Per compiti più complessi potreste collegarli tra loro immaginando per esempio una papera gigante che guida un auto nel bagno e così via.

3. Collegate i punti
La comprensione è una parte fondamentale della memoria. I maestri di scacchi hanno una maggiore facilità nel ricordare le mosse, anche se queste sono composte dalle stesse informazioni che servono a un principiante. In un altro studio i ricercatori hanno scoperto che per gli studenti di biologia del secondo anno era più semplice memorizzare nuove informazioni se queste erano collegate al programma dell’anno precedente.

In sostanza più che ripetere le stesse cose, lo studio presentato sulle pagine di Thedailybest.com sembra indicare che più conosciamo più possiamo imparare. È un buon suggerimento per non fossilizzarci sempre sulle stesse cose e continuare a scoprire e a capire sempre di più del mondo che ci circonda.

E voi unimamme, proverete questi metodi? Se lo fate, poi fateci sapere come vi siete trovate!

Michele

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