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Categoria News

“Trauma della nascita”: quando il parto è un evento scioccante

Published by
Valentina Colmi


Avete mai sentito parlare di “birth trauma“? Io devo essere sincera no, prima di questo articolo. Facendo qualche ricerca ho scoperto che quando si parla di “trauma della nascita” ci si riferisce al disturbo da stress post traumatico ( in inglese abbreviato in PTSD) che può affliggere le madri che hanno appena partorito. Effettivamente, dare alla luce un bambino è uno degli eventi più stressanti per una donna, anche quando il parto è molto rapido. Si ha infatti il timore di perdere il controllo sul proprio corpo, si ha paura per la propria vita o per quella del bambino. Diventare mamma non è una passeggiata e se vi hanno dipinto il parto come un momento magico, sappiate che se da una parte il miracolo della vita è inspiegabilmente bello, dall’altra bisogna essere preparate ad una certa sofferenza.

“Birth trauma”: vediamo meglio perché il parto fa paura

PTSD è il termine che include una serie di reazioni ad eventi traumatici, spaventosi o ad esperienze che hanno implicato morte, o minaccia di morte, o gravi lesioni, o una minaccia all’integrità fisica propria o di altri. In questo senso rientra nel disturbo da stress post traumatico anche un parto difficile in cui la salute della mamma o del bambino è stata in pericolo.

I sintomi di questo disturbo sono:

  • aver vissuto un’esperienza traumatica in cui c’è stato rischio di morte o di gravi conseguenze
  • una reazione a tale esperienza di grande paura e terrore a quella esperienza
  • rivivere continuamente attraverso flashback e ricordi quell’evento traumatico
  • rifiuto di ricordare l’evento e di parlarne
  • difficoltà a prendere sonno e a concentrarsi, irritabilità e nervosismo.

Per me il parto è stato un evento traumatico: io non avevo mai subìto un’operazione in vita mia e quando è nata Paola mi sono ritrovata con il catetere e i punti del cesareo. La mia esperienza non aveva nulla a che fare con quello che mi avevano raccontato al corso pre parto e sinceramente avrei preferito meno toni dolci e più verità.

Per molte donne il parto rappresenta appunto un evento scioccante, ma anche per chi ha un parto normale possono esserci altri fattori disturbanti come per esempio la perdita del controllo sul proprio corpo, la perdita di dignità, l’atteggiamento sbagliato di chi sta intorno, la sensazione di non essere ascoltata e capita. Riassumendo, i fattori di rischio per una donna che partorisce sono:

  • travaglio molto lungo o travaglio breve, ma molto doloroso
  • parto che avviene per induzione
  • terapia del dolore insufficiente
  • interventi medici invasivi
  • parti traumatici o d’emergenza (come per esempio il parto cesareo d’urgenza)
  • trattamento impersonale da parte di infermiere e ostetriche
  • non essere ascoltate
  • mancanza di informazioni e spiegazioni
  • mancanza di privacy
  • paura per la salute del bambino
  • parto di un bambino privo di vita
  • nascita di un bambino che subisce danni permanenti durante il parto
  • nascita di un bambino che deve essere messo in incubatrice
  • scarse cure post-natali
  • precedenti traumi (per esempio aver subito violenze domestiche da bambini)

Purtroppo, nel sentire comune il parto è un evento bellissimo e molte persone fanno fatica a credere che possa diventare un evento traumatico per le madri. Proprio per questo motivo molte donne che soffrono di disturbi post-parto si trovano isolate e messa da parte proprio dalle altre madri che invece non hanno avuto gli stessi problemi. La società stessa non sempre è disposta ad ascoltare queste madri e spesso si aspetta che una donna superi le difficoltà del proprio parto in modo autonomo e rapido. Tutto questo può provocare depressione, la sensazione di essere madri deboli, incapaci e un senso di colpa enorme nei confronti del figlio che tra l’altro diventa per loro il continuo e persistente ricordo del trauma vissuto.

Bisogna infine distinguere il disturbo da stress post traumatico legato al parto dalla depressione post-partum. Alcuni sintomi sono comuni, ma le due malattie sono diverse e vanno trattate separatamente. A molte donne viene consigliato di andare oltre, di non pensarci, di considerarsi fortunate per aver avuto un bambino sano; ovviamente tutto questo non serve a niente e anzi può aumentare ulteriormente il senso di colpa delle madri e la la loro difficoltà a relazionarsi con le altre persone.

E voi unimamme? Ci siete passate? E avete voglia di raccontare la vostra storia?

(Fonte: birthtraumaassociation.org.uk)

Valentina Colmi

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