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Una mamma che beve in gravidanza commette un reato?

Published by
Maria Sole Bosaia

Unimamme, qualunque scienziato, medico, pediatra, ostetrica e persona di buon senso potrà dirvi che consumare alcol in gravidanza può nuocere gravemente alla salute del vostro bambino, ma ignorare questo consiglio equivale a un tentato omicidio?

Una corte inglese è stata chiamata ad esprimere un giudizio circa una giovane mamma alcolizzata che, ignorando i ripetuti appelli a smettere di bere, ha dato alla luce un figlio affetto da sindrome alcolica fetale, una grave patologia del feto che comporta anomali fisiche e mentali, alterazioni comportamentali, deficit dell’attenzione e dell’apprendimento. 

La mamma ha iniziato a bere fin da giovanissima, già a 13 anni ne era consumatrice. Arrivata all’età di 17 le quantità ingerite erano enormi. La ragazza inoltre faceva anche uso di droghe come marijuana, lsd, anfetamine. Al momento di avere il secondo figlio era ormai completamente alcolizzata e consumava mezza bottiglia di vodka e 8 birre al giorno.

Questa mamma quindi è stata incriminata per aver attentato consapevolmente alla vita del figlio, in un primo momento l’ente locale che si occupava del caso ha vinto la prima udienza, ma ha poi perso presso il tribunale amministrativo perché il bimbo che portava in grembo, non essendo ancora nato non è stato riconosciuto come una persona.

Il problema però come intuirete è sottile.

L’avvocato Neil Sugarman che rappresenta le autorità locali contro la madre in questione ritiene che non si cerchi di criminalizzare le donne ma di stabilire se un bimbo gravemente danneggiato quando ancora era nel grembo e che nasce con lesioni che si porterà dietro tutta la vita sia stato vittima di un reato.

In realtà è altamente improbabile che questo tipo di processo porti a una condanna, ma la speranza è quella di ottenere un miglioramento della vita di questi bimbi.

Ann Furedi, a capo del servizio di consulenza per le gravidanze, la pensa però diversamente. Secondo lei questo tipo di azioni non porteranno a un miglioramento della salute delle donne e dei loro bambini, ma solo una politica del governo duratura circa il trattamento delle dipendenze da sostanze nocive delle mamme potrebbe invece dare dei risultati.

Infine, non è escluso che in futuro, uno di questi “figli dell’alcol” non possa intraprendere un’azione legale contro la madre, una volta diventato adulto.

Unimamme, solo poco tempo fa una pubblicità choc sul consumo di alcol in gravidanza ci faceva riflettere sui pericoli corsi dai neonati, detto questo cosa ne pensate di questo caso particolare?

Secondo voi una mamma che beve pur sapendo a cosa andrà incontro suo figlio deve essere perseguita legalmente?

Parlatene con noi se vi va.

 

 

 

Fonte: The Guardian

Maria Sole Bosaia

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