Silenziose e magre: l’immagine sbagliata delle donne al cinema

film donne

Donne e arti, stereotipi e immaginari comuni, etichette… la bellezza non è una sola, ce lo ha mostrato attraverso un bel progetto fotografico Elisa Goodkind insieme alle protagoniste dei suoi scatti che hanno combattuto contro i pregiudizi sulla bellezza. Ma il cinema cosa ne pensa? Una tra le arti ed industrie principali del nostro tempo quale modello di donna dipinge?

Cerchiamo di capire la risposta a queste domande leggendo i risultati di uno studio commissionato dall’agenzia delle Nazioni Unite per la parità di genere alla University of Southern California’s Annenberg School in occasione della Assemblea generale dell’Onu.

In 11 Paesi le donne del cinema sono: silenziose, belle e magre

Stati Uniti, Australia, Brasile, Cina, India, Francia, Giappone, Russia, Corea del Sud e Gran Bretagna, Germania sono gli 11 Paesi dei quali i ricercatori hanno preso in esame le produzioni cinematografiche dal 2010 al 2013.

Da quanto emerge, l’industria cinematografica mondiale sembra non accorgersi affatto degli avanzamenti che le donne hanno conquistato negli ultimi decenni. La rappresentazione della figura femminile continua ad essere piuttosto stereotipata e poco rappresentativa della realtà. In particolare:

  • sono poche le protagoniste donne,
  • le attrici sono spesso silenziose o parlano appena il necessario
  • i costumi e l’ abbigliamento che portano sono molto spesso sexy.

Inoltre, questi altri dati che emergono. Mentre ragazze e le donne costituiscono il 50% della popolazione mondiale,  rappresentano invece in media molto meno del 40% del cinema internazionale.

1. La presenza di personaggi femminili si attesta in genere intorno al 30, 9%.

2. Il genere femminile non è presente nei film d’azione ed  avventura. Solo il 23% dei personaggi in questo genere sono di sesso femminile.

3. Su un totale di 1.452 registi  il 20,5% è di sesso femminile e il 79,5% è di sesso maschile.

4. In altri ruoli chiave della cinematografia le donne sono molto poche: il 7% degli amministratori, 19,7% tra gli scrittori e il 22,7% dei produttori in tutto il campione. Nelle posizioni di leadership solo il 13,9% dei dirigenti sono donne.

5. Tendenzialmente, i film in cui lavora un regista o sceneggiatore donna ha molte più ragazze e donne nel cast.

6. La “definizione sessuale” è lo standard per i personaggi femminili. Le ragazze e le donne hanno due volte più probabilità  dei ragazzi e degli uomini di dover figurare con abbigliamento sessualmente seducente, parzialmente o completamente nude. Hanno poi 5 volte in più la probabilità di essere considerate attraenti.

7. I personaggi femminili costituiscono solo il 22,5% del globale nelle pellicole, mentre i personaggi maschili formano 77,5%.

Anche se i risultati di cui sopra sono molto indicativi, questo studio ha alcune limitazioni. In primo luogo, il campione di film provenienti da ogni paese era piuttosto piccola, inoltre i film analizzati sono quelli altamente popolari per il pubblico un po ‘più anziani. In ogni caso alla luce di questi dati, un invito a cambiare direzione, o ad allargarla sembra comunque cruciale.

Siamo quasi nel 2015,  magari l’occasione per inaugurare una nuova realtà, almeno nel cinema è davvero portata di mano, verso pari opportunità, per contrastare decenni di rappresentazioni stereotipate dei media. Dopo tutto, i registi fanno più di un semplice film, fanno delle scelte. Queste scelte potrebbero essere tendenti ad un maggiore equilibrio, una sessualizzazione meno accentuata.

Care Unimamme, e voi cosa ne pensate? Riscontrate questi dati di massima pensando ad un film che vi piace?

(Fonte: huffingtonpost/seejane)

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