In quante forme si può manifestare l’amore di una madre… e sin dove può arrivare? La storia di questa mamma irlandese di Aghadowey, vicino Derry in Irlanda del Nord, sconfina davvero lì dove forse mai nessuno si sarà mai soffermato a pensare e distrugge in un solo gesto ogni briciolo di egoismo che possa esserci in una storia di dolore.
Elisha McGill ha già due bambini, Bobby e Ollie, di 22 e 9 mesi ed è in attesa del terzo figlio. Il bambino o bambina che porta in grembo però è affetto da anencefalia, una malformazione congenita grave, che si può riscontrare già durante il primo mese di gravidanza, e dove il nascituro appare privo totalmente o parzialmente della volta cranica e dell’encefalo. La gravidanza è alla sua 18esima settimana, ma il feto non ha alcuna speranza di vivere a lungo, spesso i neonati muoiono durante il parto in pochi riescono a vivere solo alcuni minuti, ed in casi rarissimi sopravvivono alcuni mesi.
Ma i genitori McGill non hanno mai nutrito alcun dubbio. Elisha sarebbe arrivata fino alla 36esima settimana, quando il piccolo McGill potrebbe venire alla luce, in modo che i suoi organi possano essere espiantati. Proprio Elisha ha dichiarato queste parole al Belfast Telegraph:
“Non importa quanto tempo il piccolo vivrà, noi gli daremo tutto il nostro amore di genitori. Noi speriamo di far arrivare il nostro piccolo alle 36 settimane e poi coccolarlo per i pochi minuti che ci saranno concessi, infine ci auguriamo che parte di lui possa continuare a vivere in altri bambini”.
La loro battaglia è quotidiana. Tutti coloro che vorranno interessarsi possono visitare i McGilly su Facebook, la loro pagina si chiama “Anencephaly Follow Our Journey From Start Lets Get More Support Out There” – Anencefalia, supporta il nostro viaggio per darci più supporto”. Postano le analisi e i risultati delle visite di Elisha ed i contatti sono già più di duemila.
“Siamo a metà percorso, 18 settimane su 36, il piccolo ha cominciato a tirare i primi calci è emozionante sentire come lotta per la vita, sua e di altri bambini come lui. Non vedo l’ora di poter dire a tutti il suo nome e poi poterlo cullare tra le mie braccia. Per giorni, ore, o anche solo qualche secondo”.
AGGIORNAMENTO
Il 2 maggio alle 12 e 30 è nata Annie, una bambina, e i genitori sono riusciti a stare con la figlia fino a che, come hanno raccontato loro, “le sono cresciute le ali da Angelo” alle 14 e 15. In queste poche ore sono riusciti anche a raccogliere ricordi della propria figlia, come le impronte delle mani e dei piedini.
Oggi i genitori si stanno organizzando per fondare un’associazione che aiuti famiglie con figli affetti da Anencefalia.
Care Unimamme, questa madre coraggio è riuscita a trasformare il suo dolore in un amore sconfinato per la vita, e il piccolo/la piccola Mc Gill potrebbe dare speranza ad altri bambini grazie al dono di questi genitori. Il concepimento del piccolo servirà comunque a portare la vita.
Voi, vi sentireste capaci di un gesto così forte?
(Fonte: Indipendent)
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