E’ di solo una settimana fa la foto della bambina siriana che ha spezzato il cuore al mondo, virale sul web e tutti i social, eppure già a così poco tempo di distanza dimenticata. All’ udienza Generale dell’8 aprile, Papa Bergoglio, ha ricordato le sofferenze dei bambini perché “qualcuno osa dire, quasi per giustificarsi, che è stato “un errore” farli venire al mondo“.
All’udienza Generale in piazza San Pietro a Roma, il Pontefice ha richiamato gli adulti alla loro responsabilità di educatori. Facendo un significativo escurs su come il male e la violenza si manifesti oggi a danno dei piccoli, vittime sempre innocenti. Vi riportiamo le sue parole pronunciate durante la catechesi:
“Tanti bambini fin dall’ inizio sono rifiutati, abbandonati, derubati della loro infanzia e del loro futuro. Qualcuno osa dire, quasi per giustificarsi, che è stato un errore farli venire al mondo. Questo è vergognoso! Non scarichiamo sui bambini le nostre colpe, per favore! I bambini non sono mai “un errore”. La loro fame non è un errore, come non lo è la loro povertà, la loro fragilità, il loro abbandono, tanti bambini abbandonati per le strade; e non lo è neppure la loro ignoranza o la loro incapacità, tanti bambini che non sanno cosa è una scuola, e non lo è neppure tutto questo. Semmai, questi sono motivi per amarli di più, con maggiore generosità. Che ne facciamo delle solenni dichiarazioni dei diritti dell’uomo dei diritti del bambino, se poi puniamo i bambini per gli errori degli adulti?.”
Il dolore dei piccoli è un grido che sale su fino a Dio, aggiunge il Pontefice:
“Ogni bambino emarginato, abbandonato, che vive per strada mendicando e con ogni genere di espedienti, senza scuola, senza cure mediche, è un grido che sale a Dio e che accusa il sistema che noi adulti abbiamo costruito. E purtroppo questi bambini sono preda dei delinquenti, che li sfruttano per indegni traffici o commerci, o addestrandoli alla guerra e alla violenza.”
Ma non sono solo questi i passaggi forti e sui quali soffermarsi del discorso del Papa. Bergoglio invita a riflettere proprio sul significato di “abbandono” sia in Oriente che in Occidente, parola che seppur con manifestazioni diverse incide fortemente su entrambe le culture. Non è solo una condizione che riguarda i bambini del terzo Mondo. Anche i figli del ricco Occidente soffrono di un altro tipo di abbandono:
“Anche nei Paesi cosiddetti ricchi tanti bambini vivono drammi che li segnano in modo pesante, a causa della crisi della famiglia, dei vuoti educativi e di condizioni di vita a volte disumane. In ogni caso sono infanzie violate nel corpo e nell’anima. Ma nessuno di questi bambini è dimenticato dal Padre che è nei cieli! Nessuna delle loro lacrime va perduta! Come neppure va perduta la nostra responsabilità, la responsabilità sociale delle persone, di ognuno di noi e dei Paesi.”
Care Unimamme, Papa Francesco ha parlato dei bambini, di tutti i bambini… tutti. Il suo monito va ai genitori e il suo è un invito anche al sacrificio, parola che oggi appare davvero lontana dalla quotidianità di ognuno ed allontanata da una società e da valori prevalenti che pongono al centro l’egoismo e la realizzazione personale come bene assoluto. Per questo il Papa nel suo discorso parla anche di sacrificio. Vi lasciamo con questa ultima citazione del suo discorso:
“È vero che non siamo perfetti e che facciamo molti errori. Ma quando si tratta dei bambini che vengono al mondo, nessun sacrificio degli adulti sarà giudicato troppo costoso o troppo grande, pur di evitare che un bambino pensi di essere uno sbaglio, di non valere niente e di essere abbandonato alle ferite della vita e alla prepotenza degli uomini.“
E voi unimamme siete d’accordo con le parole di Papa Francesco?
(Fonte: Vatican; Repubblica)
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