Bronnie Ware è un’infermiera, e ha prestato la sua opera per molti anni in un hospice per malati terminali. La donna ha vissuto momenti cruciali, avendo per pazienti uomini e donne giunti al termine della loro esistenza. Arrivati a quel punto le formalità vengono messe via, non si deve più dimostrare nulla a nessuno e si rimane concentrati sulla propria esistenza, quello che è stata, senza dover occupare la testa con quello che sarà.
Bronnie ha scritto un articolo dove ha stilato i 5 rimpianti più ricorrenti delle persone giunte all’epilogo della loro vita.
A leggerli così sembrano banali considerazioni, dozzinali senza un’approfondita riflessione sul senso di una vita. Ovvietà gettate in un articolo per muovere a facili emozioni. 5 rimorsi, identici al promemoria che quasi tutti stilano da giovani per ripromettersi di vivere una vita felice. Poi la realtà programmata di questi tempi moderni ti presenta il conto: con la sua routine, i suoi obblighi morali , la sua paura del giudizio. Il promemoria è come se fosse messo in una bottiglia di vetro e gettato nell’Oceano del futuro. E quella bottiglia non verrà raccolta da nessun altro che da noi stessi, una volta arrivati alla fine.
E quindi è un bene che qualcuno ci ricordi queste “banalità”, affinchè non si arrivi anche noi ad averli.
Siete d’accordo Unigenitori?
(Fonte huffpost.it)
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